Uomo e tecnologia, a Padova il dibattito promosso dall'Ucid

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Tra app e connessione perenne, la tecnologia pervasiva cambia anche il modo di vivere e di considerare la propria umanità. Parte da questo assunto l’incontro «Diritti umani e organizzazione sociale: la condizione tecno-umana. Domande di senso nell’era della tecnologia» promosso dalla sezione di Padova dell’Ucid (unione degli imprenditori crisiani) nell’ambito del ciclo di appuntamenti organizzati in occasione del settantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

L’incontro è in programma all’auditorium Antonianum di Padova sabato 23 marzo 2019 (ore 10, ingresso libero). Relatori della mattinata il professore Nicola Alberto De Carlo, docente di Scienze Umane alla Lumsa di Roma, e Giorgio Crespi, responsabile ufficio assistenza e consulenza del lavoro dell’Abi, l’associazione bancaria italiana. Don Marco Cagol, consulente ecclesiastico della sezione, chiuderà il convegno alla luce della dottrina sociale della Chiesa. A introdurre i lavori sarà Flavio Zelco, presidente Ucid Padova.

«Noi “siamo” le nostre relazioni – spiega De Carlo che interverrà all’incontro con la prima relazione -. Ogni essere umano esprime se stesso, “è” se stesso tramite le sue relazioni. Se queste sono di tipo schematico, strumentale, “freddo” – seppure nel contempo utile ed efficiente -, il processo può essere compatibile con il nostro Essere e diventa positivo. Ma se però questa quota di relazione con i processi digitalizzati diventa troppo ampia è evidente che la nostra ricchezza può subire delle serie limitazioni. Dobbiamo riuscire a mantenere in tutte le circostanze il primato del senso del significato e dei valori di ciò che facciamo. Le macchine debbono essere a servizio degli esseri umani ma non a vantaggio di pochi per rendere più gestibili i molti: il rischio è di teorizzare una oligarchia tecnologica e tecnocratica che poco ha da spartire con i concetti classici di democrazia cui siamo abituati e che vorremmo conservare».

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