Banca Ifis, utile in calo nel 2018. Pesano le rettifiche

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Il cda di Banca Ifis approva i risultati preliminari del 2018. L’utile netto d’esercizio è di 146,8 milioni di euro (in calo del 18,8% rispetto al 2017 quando era arrivato a 180,8 milioni), il margine di intermediazione si attesta a 576,5 milioni di euro (+9,7% rispetto all’anno precedente), i costi operativi a 273,4 milioni di euro (+9,1% sul 2017) che riflettono l’aumento delle risorse del gruppo pari a 1.638 persone (+11,4% rispetto al 2017) e degli oneri per il recupero delle posizioni NPL.

L’utile per azione al 31 dicembre 2018 è pari a 2,75 euro. Il dividendo unitario stimato è pari a 1,05 euro per azione per un dividendo complessivo di 56,1 milioni e un pay-out ratio del 38,2%.

Il minor utile nell’anno è dovuto a rettifiche pari a 100,1 milioni di euro (rispetto a rettifiche nette per 26,1 milioni al 31 dicembre 2017) e sono sostanzialmente riferite al settore imprese, principalmente per sofferenze e inadempienze probabili del comparto delle costruzioni per complessivi 60 milioni di euro, due delle quali sono riconducibili a storiche controparti (i rapporti sono iniziati circa 15 anni fa) attive nel settore delle infrastrutture che hanno coinvolto l’intero sistema bancario italiano, come si legge in una nota della banca.

Bene il margine di intermediazione del settore NPL, che ammonta a 244,2 milioni di euro: era 164,5 milioni di euro del 2017, l’incremento è pari a +48,5%).

«Nel 2018 Banca Ifis ha continuato a crescere in tutti i segmenti di business grazie all’eccellente lavoro di tutto il team, raggiungendo un utile netto di 147 milioni, nonostante gli accantonamenti su alcune posizioni significative che hanno coinvolto tutto il sistema, senza le quali il risultato sarebbe stato materialmente superiore – commenta Giovanni Bossi, amministratore delegato di Banca Ifis -. Sul fronte Imprese stiamo consolidando la quota di mercato grazie alla nostra capacità di offrire soluzioni adeguate e tempestive. Nell’ultimo trimestre 2018 abbiamo riscontrato una forte domanda di credito da parte delle piccole e medie imprese, registrando una crescita sul precedente periodo del 13% nei volumi del factoring e del 20% nelle nuove erogazioni di leasing. Nel segmento NPL abbiamo riavviato gli acquisti con grande dinamismo nella seconda metà dell’anno, dopo un primo semestre di rallentamento dovuto a prezzi che abbiamo reputato troppo elevati. Abbiamo così raggiunto i nostri obiettivi in volumi e prezzo, acquistando 3,6 miliardi di Non Performing Loans. Il valore nominale del portafoglio di proprietà NPL al 31 dicembre 2018 ammonta a 15,8 miliardi di euro».

«Per il 2019 – aggiunge Bossi – ci aspettiamo un utile compreso tra 140 e160 milioni di euro nonostante il dimezzamento del contributo positivo del reversal dalla PPA (92 milioni di euro nel 2018) e un CET1 in lieve aumento in presenza di prospettive di continua crescita del business, malgrado il continuo appesantimento della regolamentazione bancaria. Nell’anno in corso la nostra strategia sarà orientata allo sviluppo della gamma di servizi e prodotti nonché dei volumi delle erogazioni verso le Pmi, a conferma del nostro ruolo di partner nella crescita delle imprese e del nostro ruolo di supporto all’economia del Paese».

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