Pfas: danni per 136,8 milioni. Ministero dell'Ambiente parte civile contro Miteni

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L’inquinamento da Pfas ha causato danni pari a 136,8 milioni di euro nelle province di Vicenza, Verona e Padova. La quantificazione è stata prodotta dall’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ed è stato reso pubblico dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa il 31 gennaio nel corso di un’audizione alla Commissione ecomafie del parlamento.

Costa in questa occasione ha anche annunciato che il ministero si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario a carico della Miteni, l’azienda chimica di Trissino dalle cui lavorazioni ha avuto origine l’inquinamento causato dai perfluoroalchilici, me che ha chiuso l’attività nell’ottobre 2018.

Il ministro ha parlato anche delle bonifiche attese in decine di comuni veneti dove l’acqua del sottosuolo è risultata pesantemente inquinata da Pfas, sostanze sospettate di favorire l’insorgere di tumori e di altre patologie. «Il 27 novembre scorso – ha detto Costa in commissione – ho girato al commissario delegato 56,8 milioni di euro, 46 milioni sono già nella disponibilità della Regione Veneto. Nel corso del 2019 assegneremo i residui 10 milioni. E, vista l’emergenza, il ministero destina altri 23,2 milioni per interventi individuati dalla Regione Veneto».

Resta tutto da definire il tema dei valori-limite alla concentrazione di Pfas nell’acqua, non previsti dall’attuale legislazione italiana. «Non abbiamo dimenticato di fissare i limiti, per questo ho costituito un tavolo al ministero dell’Ambiente per lavorare con Regione Veneto, Ispra e ministero della Salute» ha detto il ministro.

Su questo punto ribatte a stretto giro l’assessore all’ambiente della Regione Veneto, Gianpaolo Bottacin: «Adesso il prossimo
step che ci attendiamo dal ministero è la fissazione dei limiti ai Pfas. Ricordo infatti che su questa tematica pendono decine e decine di ricorsi contro la Regione, con richieste di risarcimento danni del valore di un centinaio di milioni, per aver posto dei limiti troppo bassi. Abbiamo la necessità di un intervento urgente del ministero sulla questione».

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