Petizione contro l'autonomia del Veneto: «Eversiva e secessionista»

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C’è un ostacolo inatteso sulla strada che conduce il Veneto all’autonomia. Si chiama «No alla secessione dei ricchi» e ha già raccolto oltre mille firme la petizione lanciata su Change.org da Gianfranco Viesti, docente di Economia all’Università di Bari. Nel mirino dei sostenitori – quasi tutti docenti, giornalisti ed economisti, tra cui anche Giuseppe Gangemi, docente di Scienze politiche all’Università di Padova – c’è proprio la trattativa sull’autonomia: «Il Veneto, la Lombardia e sulla loro scia altre undici Regioni si sono attivate per ottenere maggiori poteri e risorse – si legge nell’appello, che invita il presidente della Repubblica e i presidenti delle camere a essere vigili – Su maggiori poteri alle Regioni si possono avere le opinioni più diverse. Ma nei giorni scorsi è stata formalizzata dal Veneto (e in misura più sfumata dalla Lombardia) una richiesta che non è estremo definire eversiva, secessionista».

Viesti: «Il Parlamento non può essere espropriato»

Il Veneto finisce sotto accusa per aver chiesto potere esclusivo su un lunghissimo elenco di materie, dall’offerta formativa all’edilizia scolastica, dalla programmazione dei flussi migratori alla previdenza complementare, dalle soprintendenze alla protezione civile. «In questo modo – si legge – verrebbero espropriati della competenza statale tutti i grandi servizi pubblici nazionali e verrebbe meno qualsiasi possibile programmazione infrastrutturale in tutto il Paese. Il Parlamento non può essere espropriato del diritto-dovere di legiferare su questioni decisive per il futuro dell’Italia». C’è spazio anche per una frecciata al governatore Luca Zaia e al ministro delle Autonomie Erika Stefani, leghista e vicentina: «Una materia di tale portata non può e non deve essere risolta nei colloqui fra una rappresentante del Governo e uno della Regione interessata, oltretutto dello stesso partito e della medesima regione».

Alessandro Macciò

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