Valpolicella, il drone controlla la vendemmia dell'Amarone

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La vendemmia del prezioso Amarone controllata “a vista”… da un drone. È la novità sperimentata per la prima volta in Veneto in Valpolicella, dove a introdurla è Confagricoltura Verona. La nuova tecnologia fa parte di un progetto sul precision farming, l’agricoltura di precisione, finanziata dal Fondo sociale europeo: l’associazione dei proprietari agricoli ha organizzato un corso rivolto a 15 associati per mostrare le potenzialità dell’utilizzo del robot volante per osservare dall’alto vigneti e seminativi. Una possibilità che viene offerta dall’associazione a tutte le aziende agricole del Veneto senza la necessità di comprare l’attrezzatura, che oltre ad essere costosa richiede che a guidarlo sia un pilota munito di patentino.

Luca Leati, geometra e pilota di droni per Confagricoltura Verona, spiega i dettagli del dispositivo: «Si tratta di un Djv matrice 600, con camera multispettrale, quattro bande, un multisensore, sei eliche e tre gps per una maggiore sicurezza di volo. Un top gamma che misura 1,13 metri di diagonale, pesa 10 chili e può montare fino a 15 chili di fotocamere e sensoristiche». Rispetto ad altre tecnologie come l’uso del satellite, il drone è «molto più preciso» e «meno suscettibile a variazioni meteo», afferma Leati. A che cosa può servire? «Per capire lo stato di salute delle piantagioni, ma anche per eseguire mappature, prendere misurazioni con tecnica fotogrammatica sui filari e calcolare gli schedari vitivinicoli» spiega l’esperto.

Foto: dal web

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