Donadon e l'H-Campus in ritardo: «Sposto tutto a Milano»

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Ripete che bisogna accelerare. E la sensazione è che il messaggio sia rivolto più alla commissione Via della Regione che al suo incubatore di startup con sede a Ca’ Tron di Roncade (Treviso). Riccardo Donadon, fondatore e ceo di H-Farm, torna a parlare delle difficoltà legate al progetto H-Campus (un centro di formazione innovativo per studenti da tre a 26 anni) in un’intervista al Sole 24 Ore. Com’è noto, il campus immaginato da Donadon porterebbe la superficie di H-Farm da 20 ettari di parco a 51 e da 14 mila metri cubi di edifici a 42 mila. Il problema è che il progetto dovrà superare la Valutazione d’impatto ambientale (Via), una procedura che può durare anche un anno. E se in Veneto non ci fosse spazio, il campus si farà a Milano: «È l’unica città italiana che sta vivendo in una dimensione globale a tutto tondo – spiega Donadon – Non ha più il provincialismo delle altre città del nostro Paese».

«Non sappiamo quando ne usciremo»

H-Farm è nata nel 2005 e il bilancio è in chiaroscuro: «Nella prima fase, due lustri, abbiamo cercato di avviare più iniziative possibili – ricorda Donadon – Poi abbiamo capito che i ritorni sì, ci sono, ma non sono programmabili in termini di tempo. Sul piano dei conti i primi dieci anni sono andati male: abbiamo investito 26-27 milioni in 116 startup e ne abbiamo portati a casa 21,6. A fronte di un portafoglio valutato sopra i 50. Per cui nel 2016 abbiamo cambiato modello». Donadon si riferisce alla quotazione in Borsa, che nel giro di tre anni ha portato H-Farm a raggiungere un fatturato di 47,8 milioni («e quest’anno saranno 55-56»). Insomma, la procedura Via è stata accolta come il classico bastone tra le ruote: «Era tutto pronto per una forte accelerazione, per più studenti e più iniziative. Adesso è tutto rimandato e non sappiamo quando ne usciremo».

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