Bando periferie, in fumo 150 milioni in Veneto. Stop all'ex Casinò al Lido

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Progetti di riqualificazione per un valore di circa 150 milioni di euro in fumo: è il risultato a sorpresa dell’emendamento approvato dal Parlamento nel decreto Milleproroghe, firmato dai senatori leghisti lombardi Daisy Pirovano e Massimiliano Romeo, che prevede il rinvio al 2020 dei fondi destinati dal “Bando periferie” promosso dai governi Renzi prima e Gentiloni poi. La misura ha provocato le reazioni decisamente negative da parte di un po’ tutti i sindaci toccati, indipendentemente dal colore politico. Solo il “Parco della pace” di Vicenza, pare, si salverebbe dalla scure del Milleproroghe, in quanto già in fase esecutiva. Ma il paradosso qui è un altro: voluto con forza dall’allora sindaco Pd Achille Variati, in quanto “compensazione” per la costruzione della vicina base Usa Del Din, ora è nel mirino della nuova giunta del sindaco Francesco Rucco, che al posto dell’area verde vorrebbe realizzare un centro per la protezione civile.

Venezia e area metropolitana, 72 milioni congelati

Sono 21 gli interventi, per oltre 72 milioni di euro di investimenti, in parte finanziati con il “Bando Periferie” indetto con un decreto ministeriale del 25 maggio 2016 a Venezia e nell’area metropolitana. Interventi che avrebbero riguardato la riqualificazione e il potenziamento di molte stazioni ferroviarie come quelle di Porto Marghera, San Donà di Piave, Portogruaro, Meolo, Fossalta e Musile di Piave, Ceggia, San Stino di Livenza e Mira-Mirano, la nuova stazione degli autobus di San Donà di Piave, interventi di riqualificazione urbana di aree limitrofe alla linea ferroviaria come quelli previsti a Spinea, la sistemazione della Cantina dei Talenti di San Donà di Piave, lavori di manutenzione a Dolo con la sistemazione di Villa Angeli, potenziamento dell’illuminazione Led a Chioggia, la manutenzione del Palazzo del Cinema di Concordia Sagittaria, la bonifica e riqualificazione dell’area “ex Perfosfati” di Portogruaro.

A rischio il rinnovo dell’ex Casinò al Lido

Nel comune di Venezia, oltre alla riqualificazione della Stazione Rfi di Porto Marghera per un costo totale di 7,6 milioni di euro, dei quali circa 3,8 milioni finanziati dal Bando e oltre 3,7 milioni da Rfi, ora potrebbero essere a rischio anche la manutenzione del Palazzo ex Casinò al Lido, per un impegno complessivo di 13 milioni 375 mila euro. Il progetto prevede il recupero dell’edificio ex Casinò, il potenziamento della capacità ricettiva dei saloni e degli uffici e l’ottimizzazione degli impianti tecnologici. «La riqualificazione – si legge sul sito del Comune – è indispensabile per consentire lo sviluppo della Mostra Cinematografica di Venezia e per potenziare la funzione congressualistica e di pubblico spettacolo al fine di ricreare un centro attrattivo internazionale che sia davvero volano per l’economia dell’intera isola e di tutta la città».

C’è poi l’intervento di miglioramento della sicurezza territoriale con potenziamento delle celle segnale G5 nelle stazioni di Mestre e di Santa Lucia e a piazzale Roma, per un importo di 900 mila euro. Cifra a carico per 270mila euro del Bando e la restante parte a carico di un finanziamento privato. A rischio anche la manutenzione dei forti della terraferma per ulteriori 1,5 milioni.

Tutti interventi pronti a partire e che, dallo scorso 13 novembre, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della delibera del Cipe, erano stati finanziati per un totale di 38 milioni 727 mila euro per la Città metropolitana di Venezia a fronte di un valore complessivo progettuale pari a 55 milioni 398 mila euro. La differenza, che ammonta a 16 milioni 671 mila euro, veniva infatti finanziata da soggetti privati o da enti pubblici attuatori di ogni singolo progetto.

A questi oltre 55 milioni vanno aggiunti i 17.173.000 euro destinati al Comune di Venezia per la ristrutturazione edilizia del complesso “Manifattura Tabacchi” per la realizzazione della Cittadella della Giustizia di Piazzale Roma. Un progetto ambizioso per la Città a tal punto che lo scorso gennaio, il sindaco Brugnaro sottoscrisse un Protocollo d’intesa con il Ministero della Giustizia che, ritenendo l’operazione strategica, decise di compartecipare alla ristrutturazione per un importo complessivo di 4 milioni 637 mila euro.

Verona, a rischio i fondi per Veronetta

Nella città scaligera sono a rischio 18 milioni di fondi per il recupero del quartiere Veronetta. L’intervento prevede il restauro di palazzo Bocca Trezza, dove nei progetti si prevede di realizzare una sala convegni, una ludoteca e un coworking, e del Silos di Levante, che occuperebbe due piani da destinare a sale studio per gli studenti dell’Università.

Padova, incognita Castello e Parco Boschetti

Anche a Padova il “bottino” perduto (o almeno rimandato) è di 18 milioni di euro. Tanti i fondi garantiti dal precedente esecutivo all’ex sindaco Bitonci, che paradossalmente oggi siede fra i banchi del governo Conte come sottosegretario all’Economia. Previsti il recupero del Castello dei Carraresi, il rifacimento di piazzale Boschetti con la creazione di un nuovo parco e di un ponte pedonale, sistemazione delle antiche mura, piste ciclabili, impianti sportivi e lavori nelle scuole.

Treviso, Belluno e Rovigo: 42 milioni in freezer

Sono 14 i milioni di euro che vanno in freezer a Treviso: tra i progetti approvati al Comune nell’ambito del “Bando periferie” il più sostanzioso riguarda il rilancio di piazza Martiri di Belfiore per 4,6 milioni di euro. A Belluno i progetti approvati dal governo nel maggio 2017 valevano 18 milioni di euro, con il rifacimento delle scuole Gabelli e la sistemazione dell’ex ospedale di via Loreto, una pista ciclabile a Lambioi e l’ampliamento del parco. A Rovigo congelati 10 milioni di euro: si tratta dei fondi che dovevano servire a rilanciare il quartiere Commenda trasformando l’ex ospedale Maddalena e rifacendo strade e parco.

Foto: ex casinò al Lido di Venezia, via seingim.it

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