Veneto Banca, l'inchiesta si allarga: sospetti sulla certificazione dei bilanci

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Nel mirino c’è soprattutto il patrimonio di vigilanza, che costituiva il capitale operativo di Veneto Banca nel 2017. Per Pricewaterhouse Coopers (Pwc), la società americana di revisione che l’ha certificato, l’ex popolare di Montebelluna aveva a disposizione 1,7 miliardi di euro, ma il rapporto non terrebbe conto dei crediti deteriorati, che hanno fatto scendere il valore a 600 milioni e reso inevitabile il crac. Prende le mosse da questa e altre certificazioni sui bilanci di Veneto Banca la nuova inchiesta a carico di ignoti per falso in certificazione e rendicontazione, aperta a Treviso dal sostituto procuratore Massimo De Bortoli.

Da chiarire il ruolo di Pwc

Dopo aver coinvolto i vertici della banca, i funzionari delle filiali e i liquidatori, l’indagine si allarga dunque ai certificatori, per capire se anche loro abbiano avuto un ruolo nel default della banca. La procura trevigiana, in sostanza, dovrà stabilire se Pwc sia stata ingannata o se al contrario abbia chiuso un occhio, pur sapendo che i conti erano falsati. La nuova inchiesta penale si aggiunge a quella per aggiotaggio e ostacolo alla Vigilanza, che vede indagati l’ex dg Vincenzo Consoli e l’ex presidente Flavio Trinca con altri ex manager, e a quella per truffa e falso in bilancio, che oltre ai vertici chiama in causa anche i direttori di filiale.

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