Lavoro e tecnologia, con «Speedhub» Verona al centro dell'Europa

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Verona come centro nevralgico degli scambi globali, lo snodo che meglio di altri riuscirà a unire economie, consumi e mercati in un’ottica di piena efficienza e sostenibilità. È questo l’obiettivo di Speedbub, il Digital Innovation Hub figlio del Piano Industria 4.0 fondato nel 2017 da Confindustria Verona con sette soci: Assoimprenditori Alto Adige, Confindustria Trento, Confindustria Mantova, Mercitalia Logistics, A22, Consorzio ZAI e Fondazione Last. Tutti soggetti che gravitano sullo strategico asse del Brennero e che collaborano per portare l’Italia in Europa puntando sull’infrastrutturazione del territorio e sulla valorizzazione della sua vocazione logistica. L’interconnessione tra luoghi, infatti, è punto centrale della mobilità del futuro, sempre più innovativa e intelligente.

Uno Speedhub per crescere ancora

Il tema è stato affrontato durante la seconda giornata del Festival dell’Economia di Trento, cornice ideale – visto il focus 2018 dedicato a “Lavoro e Tecnologie” – per ricordare quanto gli attori dell’economia e della mobilità veneta stiano facendo in un’ottica di logistica smart. «Con Speedhub aiutiamo le imprese a orientarsi nel mercato 4.0 e, valorizzando le specificità del territorio, le guidiamo nello sviluppo di strategie digital da applicare alla logistica industriale e alla supply chain, fattore che assicura vantaggi competitivi importantissimi» – spiega Michele Bauli, presidente di Confindustria Verona.  Proprio la supply chain, infatti, è al centro del progetto Closed Loop Supply Chain avviato da Confindustria con quattro percorsi formativi dedicati alle aziende partecipanti e con il coinvolgimento delle Università di Padova e Verona. Obiettivo: realizzare una logistica più efficiente e, al tempo stesso, più sostenibile utilizzando come chiave di volta l’economia circolare per recuperare efficienza nella gestione dei resi, generando, al tempo stesso, nuove opportunità commerciali.

Coca Cola, logistica all’avanguardia

Esattamente ciò che sta cercando di fare anche uno dei più grandi player mondiali del consumo e, di conseguenza, della logistica: Coca Cola. Lo stabilimento di Nogara, in provincia di Verona, è uno dei più importanti al mondo in termini di produzione. «Abbiamo bisogno di infrastrutture che possano consentirci ci consegnare i prodotti ai nostri clienti il più velocemente possibile e la tecnologia è assolutamente strategica» – spiega Fabio Orlandi, Logistics Operations Manager Coca Cola HBC Italia Srl. Essa, infatti, consente all’azienda di comunicare in modo immediato con i propri clienti e di rispondere alle loro esigenze in maniera finanche predittiva. Basti pensare a ciò che accade grazie ai sistemi di “marketing gentile” di iBeacon (sistema che consente al brand di dialogare con i clienti inviando loro informazioni promozionali altamente personalizzate) o al progetto della “shelf availability” che consente a Coca Cola di sapere in tempo reale quanti e quali sono i prodotti out-of-stock. «È impossibile, per ora, annullare le difficoltà di servizio o l’inefficienza delle infrastrutture, ma le tecnologie e le informazioni ci consentono di ridurre questi disservizi» – conferma Orlandi.

A22, mobilità del futuro

Ma la mobilità del futuro non può prescindere dalle reti fisiche, ovvero l’autostrada, o più precisamente A22. I progetti già attivati per rendere più efficiente la capacità autostradale sono tantissimi e molti altri ancora sono all’orizzonte. «Noi siamo già pronti per procedere con la creazione della terza corsia da Verona a Campogalliano, per un costo di circa 700 milioni di euro, e vorremmo attivare una corsia dinamica da Verona a Bolzano che costerebbe 1 miliardo di euro. Ma dobbiamo attendere i tempi amministrativi e la nuova concessione prima di poter procedere» – fa sapere il presidente di A22, Luigi Olivieri. Nel frattempo, si lavora per rendere l’autostrada più sicura e più green. «Abbiamo già investito da tempo nel progetto C-Roads che favorirà l’interconnessione tra i veicoli e tra questi e l’infrastruttura stradale – evidenzia Carlo Costa, Direttore Tecnico Generale Autostrada del Brennero – Questa interazione consentirà agli utenti della strada e ai responsabili del traffico di condividere e utilizzare le informazioni per coordinare le azioni, migliorando la sicurezza stradale, l’efficienza del traffico e il comfort di guida». Non solo, il Brennero si prepara a diventare a tutti gli effetti la prima autostrada a idrogeno del mondo. «Dopo aver realizzato a Bolzano Sud la prima struttura dedicata alla produzione e distribuzione di idrogeno verde, generato cioè con il solo utilizzo di fonti di energia rinnovabile, stiamo lavorando per estendere questi impianti anche al passo del Brennero, a Nogaredo e lungo gli innesti con le autostrade A4 e A1» – precisa Costa. Inoltre, già nel 2016, la Società ha realizzato le prime due aree per la ricarica dei veicoli elettrici al passo del Brennero e ad Affi. E questo, continuando a investire anche su forme di trasporto alternative come il BBT, il tunnel ferroviario più lungo del mondo che collegherà il nord e il sud dell’Europa attraverso 64 chilometri di gallerie scavate tra Fortezza e Innsbruck.

Silvia Pagliuca

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