Cariverona-Cassamarca, niente fusione: «I debiti non si rilevano»

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Sono numeri importanti, quelli contenuti nel bilancio d’esercizio presentato ieri da Fondazione Cariverona. Il 2017 si è chiuso con un avanzo d’esercizio di 17,59 milioni (+97%) e un attivo patrimoniale di 1,82 miliardi (+6%), a fronte di 455 erogazioni per un impegno complessivo di 50,8 milioni. L’impegno prosegue nel 2018, anno in cui Fondazione Cariverona ha già messo in preventivo 40 milioni di nuove erogazioni e 33-34 milioni di ricavi. Ma ieri, oltre che di numeri, si è parlato anche di strategie. A partire dall’ipotesi della fusione con Fondazione Cassamarca: «Mi sembra che il territorio trevigiano si sia risentito che qualcuno potesse andare a rilevare i loro debiti – commenta il presidente Alessandro Mazzucco – E comunque bisognerebbe essere un pò sconclusionati per andare a rilevare i debiti altrui. Il problema comunque non è Cassamarca ma il territorio trevigiano».

Unicredit, Cattolica e Save

Quindi Mazzucco ha toccato il tasto della partecipazione con l’1,8% al capitale di Unicredit, che ha garantito un rendimento di 0,32 euro. «La redditività di questa partecipazione andrà esaminato in modo critico per capire se è soddisfacente o se è il caso di trovare alternative. Sicuramente non ci saranno dismissioni fino all’incasso del dividendo e finchè il valore del titolo non avrà occupato in maniera rassicurante una zona più tranquilla». Bene la partecipazione azionaria in Cattolica col 3,2%: «Siamo soddisfatti del rendimento del titolo. Per ora non siamo neanche soci, abbiamo fatto domanda per diventarlo ma bisognerà aspettare l’ok del cda». Infine una battuta sull’aeroporto Catullo gestito da Save, di cui Fondazione Cariverona detiene il 2,8%: «Nel piano messo a punto da Save, Verona ha un ruolo residuale. Questa è la nostra unica preoccupazione, che le necessità industriali di Verona non siano solo vicarie dell’Aeroporto di Venezia».

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