Con Qhero la ricerca online è solidale

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Cosa frena talvolta la volontà di fare beneficenza? La paura, forse, che ciò che si dona non arrivi effettivamente alla causa che ci sta a cuore, ma vada persa in costi di servizio. Parte da qui l’idea di inventare un nuovo motore di ricerca che per ogni click devolve una somma per la costruzione di pozzi nel Corno d’Africa. Il portale Qhero è un nuovo motore di ricerca solidale sviluppato da Velvet Media, società di Castelfranco Veneto specializzata in marketing e comunicazione. Se è vero che già altri motori di ricerca benefici hanno adottato la logica del “search to donate”, Qhero, che funziona grazie alle aziende che investono in pay per click, ora sta pensando di realizzare una campagna di promozione virale per abbattere i costi di marketing che di solito sono detratti direttamente dalle donazioni. «Quando il messaggio diventerà virale – spiega il ceo di Velvet Media, Bassel Bakdounes – il numero di persone che useranno Qhero aumenterà in maniera esponenziale e di conseguenza la somma totale raccolta per il progetto benefico». Il sito sarà online dalla prossima primavera, ma in beta è già funzionante.

Qhero, l’utente non paga nulla

L’algoritmo che sta alla base di Qhero usa la stessa tecnologia degli strumenti di ricerca più diffusi, e lavora alla stessa velocità. Velvet Media è riuscita a stringere un accordo per donare direttamente una percentuale fissa sul valore di ogni click che, per gli annunci sponsorizzati, vale in media trenta centesimi. I soldi arrivano dalle aziende che spendono in pubblicità nei motori di ricerca. L’utente non paga nulla: è invece il motore di ricerca a fare la donazione.

«Per iniziare, abbiamo pensato di donare tutto il ricavato ad alcune associazioni che operano direttamente nella costruzione di pozzi d’acqua nel Corno d’Africa – spiega Bakdounes –. In media un pozzo per un villaggio di trecento persone vale dai 9mila ai 12mila dollari, compresa anche la formazione per la gestione. Per rendere chiaro il nostro operato al pubblico, tradurremo il target di raccolta di ogni causa benefica nel numero di ricerche necessarie per raggiungere l’obiettivo, per poi creare dei veloci countdown da condividere nei social».

Rebecca Travaglini

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