HiRef, trampolino da università a impresa. Chi entra tesista diventa startupper

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«Mi dicono che lavorare con le università è difficile. È esattamente il contrario: è facilissimo, se sai sfruttare le relazioni che gli atenei ti offrono». Parola di Mauro Mantovan, managing director di HiRef, impresa di Tribano, in provincia di Padova, specializzata in dispositivi per la refrigerazione ad alta tecnologia nell’ambito del Gruppo Galletti. Un’avventura cominciata nel settembre 2001 ora divenuta un punto di riferimento nel settore, anche grazie a una politica di promozione spinta dei talenti.

«Non facciamo piani di formazione basati sulle lacune, ma cerchiamo ciò che le persone sanno fare al meglio e li aiutiamo a raggiungere livelli d’eccellenza» spiega Mantovan, che ha raccontato il modello HiRef di incontro tra impresa e università all’evento Human + Factory del ciclo Innovation Stories di Venetoeconomia, tenutosi il 5 dicembre alla Foscarini di Marcon.

Accogliere gli studenti che fanno la loro tesi di laurea in azienda è il punto di partenza della relazione con gli atenei. Dal 2004 ad oggi 33 di loro si sono laureati “in HiRef”, e il 65% vi è rimasto a lavorare in ruoli di responsabilità. «All’inizio era un modo per fare ricerca e sviluppo a buon mercato – racconta Mauro Mantovan -, poi con il tempo ho realizzato che si lavora meglio con un giovane sveglio e senza esperienza piuttosto che con un esperto ma poco motivato. Ne è nato quasi un motto: l’unico modo per entrare a lavorare da noi è fare la tesi qui».

Un’azienda che fa crescere chi ha voglia e idee

Studenti, dipendenti e poi imprenditori. È l’invidiabile cursus honorum grazie al quale alcuni neolaureati sono poi promossi alla guida dei corporate spin-off, creandoli da zero. Uno di questi è Hidew, un deumidificatore per applicazioni civili, industriali e per piscine che sfrutta la tecnologia di base e la ricerca e sviluppo di HiRef applicandola a un mercato specifico.

Come si accompagna la trasformazione di un giovane ricercatore in un imprenditore? «Se lui manifesta attitudine a uscire dalla sua zona di comfort io valuto l’idea – confida il managing director di HiRef -, poi si fa un piano finanziario per capire se l’impresa madre ha le risorse per sostenere lo sviluppo della startup. La mancanza di pianificazione è deleteria perché poi rovina i rapporti. Fatta questa valutazione si parte nel più breve tempo possibile con una logica di prototipazione. Gli spin-off sono sempre nati all’interno dell’azienda, rimanendoci almeno due anni, fino a raggiungere una massa critica sufficiente a stare in piedi».

Oggi gli spin-off sono cinque, che si sommano ad HiRef. Il gruppo nel suo insieme fattura circa 50 milioni di euro per 280 dipendenti, di cui circa 170 in HiRef.

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