Foscarini, design fa rima con artigianato. Urbinati: accrescere la cultura aziendale

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L’arma segreta di un brand che ha nel design la sua forza distintiva? Va ricercata nei suoi fornitori, negli artigiani che formano quella filiera senza cui il prodotto finale griffato semplicemente non potrebbe mantenere il suo livello di qualità. Per Carlo Urbinati, presidente e CEO di Foscarini, è qui il cuore di quella manifattura di qualità, sinonimo di Made in Italy, che deve accettare la sfida dell’innovazione.

La sua testimonianza è quella che ha chiuso l’evento Human + Factory del ciclo Innovation Stories di Veneto Economia, ospitato il 5 dicembre proprio nella sede aziendale di Foscarini a Marcon, nella terraferma veneziana. Qui si progettano e si producono sistemi di illuminazione preziosi, che per l’85% vengono poi venduti all’estero, magari in uno degli Spazi aperti a Milano e New York, non semplici showroom ma punti di ritrovo per la comunità dei designer e incarnazione della brand personality di Foscarini.

Le competenze dei fornitori

«La sfida oggi è assicurarsi fornitori ispirati e forti sul fronte delle competenze delle persone – ragiona Urbinati -. Questo significa più cultura d’impresa, più propensione agli investimenti, maggiore attenzione alle novità del mercato. In due parole: una maggiore strutturazione aziendale». Quello con il territorio è un rapporto di reciprocità: le eccellenze della produzione vetraria veneziana sono solo la punta di un iceberg di un tessuto artigiano con cui Foscarini lavora fianco a fianco. E proprio per questa vicinanza, crescere significa farlo insieme.

L’altro giacimento a cui attinge l’azienda di Marcon è quello dei talenti del design. Come si intercettano? «Bisogna andarseli a prendere, anche correndo il rischio di sbagliare, sperando di sbagliare poco – dice Urbinati -. Non basta una laurea in design per fare questo mestiere. La partita va giocata sulla qualità: più che sfornare più laureati possibili, bisogna offrire lauree di qualità». Specie in un settore così sensibile ai cambiamenti, all’estetica e alle mode, bisogna educarsi a guardare sempre un po’ più in là, conclude il presidente di Foscarini: «Se pensi che funzioni, hai già cominciato a morire».

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