Ceta, Coldiretti è contraria: "Protegge un prodotto tipico su tre"

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Il Ceta, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada, da oggi 21 settembre 2017 è in vigore in via provvisoria. Ma Coldiretti Veneto continua ad opporvisi e rilancia: «Al no espresso dalla Giunta e Consiglio del Veneto si aggiungono le posizioni contrarie all’accordo Ceta di ben 294 amministrazioni comunali», cioè più della metà dei comuni veneti. E solamente un terzo dei prodotti tipici in regione vengono riconosciuti dal trattato.

Il testo per essere pienamente in vigore dovrà essere ratificato dai singoli parlamenti nazionali. Al Senato italiano arriverà in aula il 26 settembre. La coalizione contraria al trattato – formata da Cgil, Arci, Adusbef, Movimento Consumatori, Legambiente, Greenpeace, Slow Food International, Federconsumatori, Acli Terra e Fair Watch – sostiene che la ratifica aprirà le frontiere dei nostri supermercati ai “falsi” prodotti tipici prodotti oltreoceano. Secondo la Coldiretti su un totale di 291 denominazioni italiane riconosciute, ben 250 non godranno di alcuna tutela.

Per il Veneto risultano protetti 11 prodotti Dop e Igp su 36, afferma Coldiretti. «Offriamo un mercato da oltre 700 milioni di consumatori contro uno di appena 36 milioni – commenta il direttore regionale dell’associazione Pietro Piccioni – e in più abbattiamo le barriere sulla sicurezza alimentare perché il Ceta uccide il grano duro italiano con il crollo dei prezzi favorito dall’azzeramento strutturale i dazi per l’importazione dal Canada dove peraltro viene fatto un uso intensivo di glifosate nella fase di pre-raccolta, vietato in Italia. Inoltre – afferma Piccioni –, peserebbe anche l’impatto di circa 50mila tonnellate di carne di manzo e 75mila tonnellate di carni suine a dazio zero».

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