(Ri)trova lavoro grazie all'assegno di ricollocazione, a Verona il primo caso italiano

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Ha (ri)trovato lavoro nella sua città grazie all’assegno di ricollocazione. Elena Perbellini, 47enne di Verona, è il primo caso di ricollocamento in Italia grazie alla nuova misura prevista dal governo di Paolo Gentiloni. A detta di Umana, l’agenzia del lavoro che ha seguito il reinserimento, si tratta di un primato nazionale tutto veneto. Una storia a lieto fine: Elena, dopo 22 anni di lavoro senza problemi, si era ritrovata – ormai quasi due anni fa – disoccupata. In un’età non sempre facile per trovare un impiego diverso. La sua fortuna è stata essere una delle 30mila persone selezionate per la sperimentazione dell’assegno di ricollocazione. Uno strumento che punta ad aiutare le persone disoccupate nel raggiungere il loro obiettivo: trovare un altro lavoro. E lo fa offrendo loro un servizio personalizzato e intensivo di assistenza presso i centri per l’impiego o operatori autorizzati. Può essere richiesto da disoccupati in regime di Naspi per almeno 4 mesi. Così l’Anpal – Agenzia Nazionale per le Politiche Attive – ha inviato circa 30 mila lettere di avviso ad altrettanti disoccupati, individuati fra i percettori di Naspi da almeno 4 mesi. I destinatari sono liberi di aderire a questa misura, potendosi rivolgere ad uno dei soggetti accreditati a livello nazionale e regionale.

La cronistoria racconta, per Elena Perbellini, di un percorso di successo. A marzo è stata selezionata per la sperimentazione, ad aprile ha “incontrato” Umana, la settimana scorsa il primo colloquio in un’importante azienda della sua città, che ha deciso così di assumerla. In due mesi così ha potuto cancellare un’incertezza che durava da quasi due anni. Un buon inizio, quello dell’assegno di ricollocazione, che pare essere confermato anche da altri contratti in fase di chiusura in diverse regioni d’Italia.

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