Province a secco, allarme di Variati a Mattarella: «Strade e scuole a rischio»

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Le vecchie Province sono a secco e la mancanza di fondi mette a rischio servizi come la manutenzione delle strade, le scuole e gli stipendi dei dipendenti. Achille Variati, presidente dell’Upi, l’unione delle province italiane, presidente della Provincia di Vicenza e sindaco del capoluogo, lancia l’allarme con una lettera inviata al Capo dello Stato il 22 maggio 2017. «Caro Presidente, in merito all’emergenza causata dai tagli irragionevoli ai bilanci delle Province, le scrivo per informarla che dal nostro ultimo incontro la situazione è diventata sempre più critica» scrive Variati a Sergio Mattarella.

Alcune Province, prosegue il documento, «iniziano a non avere più soldi in cassa per pagare gli stipendi del personale, e addirittura in alcuni casi si sta rischiando di arrivare alla chiusura delle scuole, per la mancanza totale delle risorse necessarie a tenere aperte le strutture».

Il 50% delle strade provinciali non è sicuro

Quella degli enti di area vasta è una riforma irrisolta: dopo l’abolizione dell’elezione diretta degli organi di governo, sostituita dall’assemblea dei sindaci, e dopo il dimagrimento delle competenze, di fatto le Province sono rimaste in vita ma con fondi assai incerti. «Ad oggi – prosegue la lettera di Variati al Presidente della Repubblica – ancora non è stata trovata la soluzione adeguata per consentire a queste istituzioni della Repubblica di assolvere ai compiti che la Costituzione assegna loro e garantire l’erogazione di servizi che hanno conseguenze dirette sulla sicurezza stessa dei cittadini. Da una nostra rilevazione abbiamo dovuto constatare che circa 5.000 chilometri di strade provinciali sono ad oggi chiusi per smottamenti o frane e che ormai sul oltre il 50% della rete viaria si stanno apponendo limitazioni della velocità a 30/50 chilometri orari poiché il tratto stradale risulta insicuro».

«La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, cui è all’analisi la legge di conversione del Decreto Legge 50/17, sta verificando le possibili soluzioni – conclude il presidente dell’Upi rivolgendosi a Sergio Mattarella – ma dai colloqui avuti con i Capigruppo della Camera, se il Governo non prenderà atto dell’emergenza e non deciderà di dare indicazioni chiare rispetto alle risposte, le misure che saranno adottate saranno del tutto insufficienti».

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