Veneto, un export da 884 miliardi da quando c'è l'Europa unita

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Un export di 884 miliardi di euro in 49 anni: è il valore, attualizzato e cumulato, delle esportazioni delle imprese del Veneto verso l’Europa unita, dal 1° luglio 1968, giorno di entrata in vigore dell’unione doganale tra i Paesi aderenti all’allora CEE fino ad oggi, giorni in cui ricorrono i 60 anni del Trattato di Roma che il 25 marzo 2017 istituì la Comunità economica europea.

Il calcolo è stato effettuato dal Centro Studi Unioncamere Veneto che lo ha presentato il 24 marzo durante il convegno «L’Europa 60 anni dopo: quali vantaggi per le nostre imprese? L’esperienza del Veneto e del Lussemburgo», organizzato a Treviso da Unioncamere Veneto e Camera di Commercio di Treviso-Belluno per celebrare il compleanno dell’Europa comunitaria. Un focus è stato dedicato ai rapporti con il Lussemburgo, rappresentato nel trevigiano da Pierre Gramegna, ministro delle Finanze del Granducato.

Gli 884 miliardi di euro esportati dal Veneto in Europa in 50 anni rappresentano il 62% delle vendite all’estero della nostra regione (1.417 miliardi di euro) con un saldo di 177 miliardi di euro, che ha consentito all’economia del Veneto di uscire dalla situazione di arretratezza in cui si trovava alla fine degli anni ’60 e di affermarsi come locomotiva economica del Paese.

«Senza Europa unita il Veneto non sarebbe dov’è»

«Senza Europa e senza mercato unico europeo probabilmente il Veneto non avrebbe mai raggiunto l’attuale status di seconda regione italiana, dopo la Lombardia, per apertura commerciale e propensione all’export – ha sottolineato Gian Angelo Bellati, segretario generale di Unioncamere Veneto –. Ciò non toglie che esistano delle criticità perché, senza coordinamento, la direttiva per la libera circolazione dei servizi e l’assenza di omogeneità per i residui fiscali provocano concorrenza sleale, che rappresenta una delle principali problematiche assieme a una politica commerciale di eccessiva libertà e, soprattutto, di poca difesa da pratiche scorrette per le nostre piccole medie imprese».

«In questo momento è richiesto un rinnovato slancio unitario – afferma Mario Pozza Presidente della Camera di Commercio di Treviso–Belluno -, una forte volontà politica per affrontare sfide determinanti per i cittadini e per le imprese volto alla crescita economica e in grado di assicurare azioni efficienti ed immediate. Grazie all’Unione Europea c’è particolarmente attenzione alle regioni, al loro sviluppo e al contributo che danno al raggiungimento dei target nazionali. Nel periodo 2014-2020 l’Italia riceverà complessivamente circa 32,2 miliardi di euro provenienti dai fondi della politica di coesione, dei quali 7,6 miliardi di euro sono destinati a progetti in regioni più sviluppate (tra le quali si conta il Veneto), e 567,5 milioni di euro sono destinati all’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile. Anche la Banca Europea di Investimento è particolarmente attiva: gli investimenti complessivi della Banca in Italia nel quinquennio 2011-2015 hanno superato i 47,3 miliardi di euro».

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