Meno carta, smart working e velocità: così Unipd punta a cambiare marcia

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Abbattimento della carta in circolazione, raggiungendo così un triplice obiettivo: meno anidride carbonica nell’aria, più velocità e risparmio di bilancio. Ma anche la declinazione reale dello smart working, con la possibilità per tutti i dipendenti di poter lavorare in maniera agile anche dal computer di casa. Due degli obiettivi già raggiunti da Alberto Scuttari, 51enne Direttore Generale dell’Università di Padova. Giovane per il ruolo, ma già decano dei direttori generali di ateneo in Italia. Proviene da Ca’ Foscari ed è arrivato a Padova con un forte mandato: semplificare e riorganizzare la struttura amministrativa dell’Università di Padova. L’obiettivo ambizioso è stato ricordato dallo stesso Rettore Rosario Rizzuto. «Vogliamo migliorare la nostra efficienza – spiega –.  Spesso si pensa al pubblico come inefficiente: vogliamo dimostrare che in realtà può essere come e meglio del privato. Se riusciremo a migliorare le nostre prestazioni, ne beneficeranno tutti. E se molte volte ho chiesto meno burocrazia a livello statale, è anche giusto lavorare al nostro interno per sciogliere lacci che magari ci imponiamo da soli, per troppo scrupolo».

Digitale al posto della carta: risparmio di tempo e di euro

Scuttari (a sx) e Rizzuto

Scuttari (a sx) e Rizzuto

Scuttari, dal canto suo, si è detto consapevole dell’importanza dei risultati da raggiungere. Semplificazione, (ri)organizzazione, digitalizzazione, valorizzazione: questi i quattro assi su cui si sta muovendo. Con risultati che già si possono vedere. L’operazione «taglia carta» ha dato il via alla digitalizzazione di molti documenti, oltre alla riduzione ad un’unica copia per altri che non possono rimanere solo online. «Grazie ad una misura come questa – ricorda Scuttari – in un anno risparmieremo 200mila kg di carta, 50mila euro e emetteremo nell’ambiente 250mila kg di CO2». La digitalizzazione comincia a pervadere l’Ateneo: Scuttari ha voluto infatti che l’accesso ai sistemi informatici sia permesso ai dipendenti anche da remoto, senza bisogno di autorizzazioni e installazioni di software. In questo modo un dipendente in riunione potrà visualizzare un dato o un’informazione importante anche da fuori sede. Sembra quasi un qualcosa di scontato, ma finora non si poteva fare. Allo stesso modo ora si potranno gestire le missioni: basterà compilare un modulo online. Niente giri di carte e, in più, l’emissione di una carta di credito virtuale che farà sì di evitare di anticipare denaro per poi chiedere (con altro lungo giro di documenti) il rimborso.

Una maggiore responsabilità per tutti

Ma la snellezza della burocrazia va a braccetto con un’altra richiesta del neo direttore generale: più responsabilità. Così da ora se un dipartimento dovrà spostare 10mila euro dall’acquisto di materiali ad un progetto innovativo, potrà farlo evitando la procedura che finora richiedeva settimane se non mesi, con il rischio di veder sfumare il progetto. Meno burocrazia, più responsabilità. Nelle misure già presentate c’è anche una strizzata d’occhio al territorio, nel solco di quella terza missione così cara a Rizzuto. Grazie alle buone performance economiche d’Ateneo, infatti, è stato eliminato l’obbligo di finanziamento integrale del contratto per i ricercatori. Così i privati potranno (finalmente) finanziare, anche parzialmente, quel capitale umano composto da chi in Ateneo innova e fa ricerca. Un capitale forte, come dimostra anche la recente valutazione della Qualità della Ricerca, che vede Padova al primo posto nazionale. Nel frattempo l’Università sta facendo “recruiting” nell’area dirigenziale. «Abbiamo la metà dei dirigenti di Bologna – ricorda Scuttari – di fatto ognuno di loro ha sotto di sé più di 200 dipendenti». Troppi, visto che già 30 sono considerati troppi. E sulla riorganizzazione delle aree e dei servizi di Ateneo si gioca gran parte del lavoro di Scuttari: l’Università di Padova guarda al futuro e per farlo deve far ingranare alla propria struttura una marcia in più.

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