Smog Veneto, Legambiente alla Regione: servono misure straordinarie

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Smog Veneto, l’emergenza è un po’ attenuata dalle piogge ma non è finita. E dopo l’intervento di Coldiretti regionale di pochi giorni fa, è Legambiente ad alzare la voce chiedendo al presidente della Regione, Luca Zaia, di attuare «fin da subito misure ordinarie e straordinarie per tutelare la salute dei cittadini veneti». Gli attivisti dell’associazione intanto indossano le mascherine antismog e su Facebook postano foto con l’hashtag #bastasmog, e nella mattinata di venerdì 3 febbraio 2017 hanno dato vita a sit in di fronte a cinque scuole della regione per chiedere misure per contrastare quella che definiscono «crisi sanitaria gravissima».

E cioè, come scrive Luigi Lazzaro, presidente regionale di Legambiente, in una lettera rivolta al governatore, «oltre a controllare che vengano rispettate le indicazioni previste dalla DGR 1909 del 29/11/2016 sul contrasto all’inquinamento da Pm10 sollecitando tutte le amministrazioni pubbliche a dare approfondita comunicazione ai cittadini ed attuare i controlli affinché vengano osservate le altre prescrizioni». Non solo: «Chiediamo che venga finanziato immediatamente un potenziamento dei mezzi pubblici locali – scrive Lazzaro –, raddoppiando gli investimenti negli agglomerati urbani e che venga favorito il loro utilizzo attraverso una politica incentivante come ad esempio l’estensione alla validità del biglietto all’intera giornata».

«Le ricordiamo che il superamento della soglia dei 100 µg/m3 per 3 giorni consecutivi fa scattare il livello di criticità 2 e tale livello di criticità è stato raggiunto negli agglomerati di Treviso, Venezia, Vicenza e Verona, Padova e nella città di Rovigo – scrive Lazzaro –. Solo grazie al passaggio di impulsi umidi associati con precipitazioni e temporanei rinforzi della ventilazione da ieri in corso, potremo tornare nel fine settimana a valori di PM10 al di sotto del limite di legge su gran parte della regione».

Smog Veneto, sforamenti record a Vicenza: 23 in 34 giorni

La contabilità degli sforamenti dei livelli di smog sembra risparmiare solo l’area dolomitica: dall’inizio del 2017 al 3 febbraio sono stati 23 a Vicenza, 22 a Padova, Treviso e Venezia, 18 a Rovigo, 17 a Verona.

«La qualità dell’aria nelle città italiane deve diventare una priorità di governo, a scala locale, regionale e nazionale, altrimenti continueremo a condannare i cittadini a respirare aria inquinata» prosegue la lettera a Zaia. «Purtroppo l’assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin ha preferito negare seduta stante ogni possibilità di confronto, scegliendo la propaganda politica invece della discussione nel merito del problema. L’ultima serie di imbarazzanti dichiarazioni ufficiali dell’assessore regionale all’ambiente (tralasciando gli insulti rivolti a Legambiente e che rigiriamo al mittente), sono atte a minimizzare la realtà e, peggio ancora, a mistificare i dati ufficiali di Arpav».

«Limitarsi a dichiarare in questa emergenza che il trend del PM10 è in diminuzione nel lungo periodo, non può esulare la Regione dal preoccuparsi per la salute dei veneti oggi – scrive Lazzaro –. Siamo consapevoli che proprio la salute è tra le principali priorità della Sua amministrazione e no, non ci siamo accorti oggi della grave situazione in cui versa il nostro territorio giacché è da anni che chiediamo un intervento strutturale, inascoltati. Siamo anche ben consci sia della particolare morfologia del bacino padano che favorisce il ristagno atmosferico, ma che non può essere un alibi: la salute va tutelata ovunque, a maggior ragione in pianura padana. Conosciamo, infine, le azioni inserite nel piano di tutela e risanamento dell’atmosfera, che prevede alcune apprezzabili specifiche azioni per la lotta all’inquinamento ma che nell’emergenza non possono bastare e soprattutto nulla dice sulle misure strutturali per prevenire il fenomeno».

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