Cannabis terapeutica di Stato, a Vicenza l'esordio in farmacia

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Sarà una farmacia di Vicenza la prima in Italia a vendere la cannabis terapeutica di Stato ricavata da marijuana coltivata a scopo medico dalle strutture militari italiane. Come racconta il Corriere della Sera, nei primi giorni di gennaio 2017 lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze spedirà due flaconcini per un totale di 10 grammi di sostanza alla Farmacia Campedello di Vicenza, gestita dal dottor Luca Guizzon che ne è titolare con la madre Marisa Rappo. Che sarà così la prima nel Paese a poter distribuire la sostanza per uso terapeutico prodotta in Italia, e non importata, come è avvenuto fino ad oggi, dall’Olanda.

La coltivazione della “maria” a scopo terapeutico è cominciata in Italia con un progetto pilota della durata di due anni, partito dopo la firma di un accordo di collaborazione, il 18 dicembre 2014, fra i ministeri della Salute e della Difesa e poi allargato a quello delle Politiche agricole. L’accordo prevedeva una fase sperimentale della durata di due anni, che si è dunque conclusa da poco, e al termine della quale si prevedeva la distribuzione del prodotto.

Cannabis terapeutica di Stato, dove e quanta se ne coltiva

La coltivazione avviene presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, che fa parte dell’Agenzia Industrie Difesa, e che coltiva al momento una varietà di marijuana chiamata “FM 2”, acronimo di “Farmaceutico militare 2”. Sono infatti due sono i principi attivi contenuti: circa il 5-6% di Thc (tetraidro-cannabinolo) e altrettanto di Cbd (cannabidiolo). Si tratta di una varietà simile al “bediol” importato dall’Olanda. L’obiettivo dello stabilimento toscano è di raggiungere i 300 chilogrammi di produzione annua, pari al fabbisogno italiano, ma ad oggi se ne produce meno di un terzo, e nel 2017 la previsione è di raggiungere 100-120 chilogrammi di prodotto made in Italy.

È arrivata lunedì 19 dicembre 2016 l’autorizzazione a iniziare la distribuzione, dopo la fine del biennio sperimentale. Le modalità di distribuzione sono definite da una convenzione tra la direzione generale della prevenzione sanitaria del Ministero della Salute e l’Agenzia Industria Difesa.

Come viene venduta la cannabis terapeutica di Stato

La vendita è legale solamente dietro ricetta medica. I titolari della farmacia di Campedello spiegano al Corriere di aver cominciato tre anni fa, primi in città, a dispensare marijuana terapeutica, importandola da grossisti specializzati. La mole di ricette evase è di circa 20 al mese. Le malattie per le quali la sostanza viene prescritta sono patologie particolarmente dolorose dove non danno risultati le comuni terapie a base di oppiacei o analgesici, casi di spasticità causati da sclerosi o Sla ma che non hanno i requisiti per utilizzare il Sativex, farmaco a base di cannabis già autorizzato in Italia.

I flaconcini contengono le infiorescenze di cannabis essiccate. La quantità prescritta in ricetta viene ripartita in cartine di carta oleata, pesate e chiuse. Attraverso queste cartine, come prevede il decreto ministeriale del novembre 2015, la marijuana potrà essere consumata in due modalità: in un decotto oppure per vaporizzazione.

Per i pazienti consumatori la sostanza coltivata in Italia dovrebbe comportare un vantaggio nel prezzo: sarà attorno ai 15 euro al grammo, contro i 24 circa di quella importata dai Paesi Bassi.

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