Veneto Banca, approvata l'azione di responsabilità verso gli ex vertici

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Il voto è stato sostanzialmente all’unanimità: il 99,99% del capitale sociale presente all’assemblea dei soci di Veneto Banca ha approvato la proposta di azione di responsabilità verso gli ex vertici dell’istituto di credito finito nella bufera del crollo del valore azionario, portando con sé 87mila soci.

L’azione – proposta dal nuovo consiglio di amministrazione espresso dal Fondo Atlante e presieduto da Massimo Lanza, nominato alla presidenza solo l’11 novembre, cinque giorni fa, dopo le dimissioni a sorpresa del predecessore Beniamino Anselmi – si rivolgerà nei confronti degli amministratori (membri del cda), dei sindaci e del direttore generale alternatisi in carica dal 1° gennaio 2006 fino al 26 aprile 2014. E cioè il giorno fu eletto presidente – sempre dall’assemblea – Francesco Favotto al posto del dimissionario Flavio Trinca.

Oggi 16 novembre 2016 a Villa Spineda a Venegazzù di Volpago del Montello (Treviso) i soci presenti erano nel momento di massima affluenza 596 azionisti, 509 fisicamente e 87 per delega, in rappresentanza del 97,684% del capitale della spa. Questo l’unico punto all’ordine del giorno: “Proposta di azione di responsabilità ai sensi degli artt. 2392, 2393, 2396, 2407 codice civile nei confronti degli ex componenti del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale nonché dell’ex Direttore Generale di Veneto Banca S.p.A. Deliberazioni inerenti e conseguenti. Deleghe di poteri”.

Veneto Banca, ecco perché l’azione di responsabilità

Ma perché la decisione – da tempo attesa da molti soci – di avviare l’azione di responsabilità? Due i filoni su cui ha lavorato la banca coadiuvata da una società di consulenza forensic e sottoposta all’esame di advisor esterni, ha riguardato.

Primo, le «anomalie nella gestione dei rischi connessi all’esercizio dell’attività bancaria, con riferimento in particolare alla valutazione incompleta, erronea, o procedimentalmente viziata del merito creditizio di 40 posizioni clienti in merito all’erogazione, gestione e monitoraggio di affidamenti concessi dalla Banca nel periodo compreso tra il gennaio 2006 e l’aprile 2014».

Secondo, la verifica di alcune specifiche operazioni. Nelle quali il consulente ha riscontrato «l’irregolare gestione degli ordini di compravendita di azioni di Veneto Banca e/o la assunzione da parte della Banca di specifiche obbligazioni negoziali in favore di determinati clienti/azionisti nella prospettiva di favorire il mantenimento o l’accrescimento della partecipazione azionaria dei medesimi nella Banca», e ancora «pagamenti di consulenti ed altri prestatori di servizi in assenza di contratto/mandato o comunque in assenza dell’evidenza del servizio reso». Riscontrate anche «operazioni compiute in assenza di informativa al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale ed in situazioni di conflitto di interessi». Infine non mancherebbero «anomalie in materia di assunzione e/o retribuzione del personale» e «in relazione a determinate operazioni di acquisto aventi ad oggetto, inter alia, beni quali opere d’arte».

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