Banco Popolare, a settembre 2016 risultato negativo per 712 milioni

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Per Banco Popolare i risultati dei primi nove mesi del 2016 si chiudono con un risultato economico negativo di 712 milioni dopo aver addebitato al conto economico rettifiche di valore nette su crediti per 1.700 milioni rispetto ai 575 milioni del corrispondente periodo dell’esercizio precedente. Il risultato negativo registrato nel terzo trimestre è pari a 332 milioni.

Dopo l’approvazione in maggio del piano industriale della nuova banca che nascerà dalla fusione con Banca Popolare di Milano, e dopo l’aumento di capitale da 1 miliardo concluso il primo luglio 2016, la banca veronese prosegue con l’incremento della copertura dei crediti deteriorati.

A fine settembre il livello medio di copertura della totalità dei crediti deteriorati sale al 47,0% rispetto al 43,7% del 31 dicembre 2015 ed al 45,6% del 30 giugno 2016, il livello medio di copertura dei crediti in sofferenza è pari al 59,4% (56,3% e 59,3% rispettivamente al 31 dicembre 2015 ed al 30 giugno 2016), il livello medio di copertura dei crediti rappresentati dalle inadempienze probabili è pari al 25,9% (25,4% e 24,7% rispettivamente al 31 dicembre 2015 ed al 30 giugno 2016). Lo stock dei crediti deteriorati è in flessione: il calo è su base annua di 0,9 miliardi (-6,3%), e da inizio anno ammonta a 0,7 miliardi (-5,1%), quello dell’ultimo trimestre a 0,2 miliardi (-1,2%).

L’operazione che appesantisce, insieme ad altri “oneri sistemici”, i risultati dei primi nove mesi dell’anno. Oltre all’intero ammontare del contributo annuale versato al fine di costituire le risorse finanziarie necessarie al Fondo di Risoluzione Unico, ammontante a 44,3 milioni e già addebitato nel primo trimestre, nel secondo trimestre è stato rilevato anche l’onere da sostenere al fine di mantenere la possibilità di trasformare in crediti d’imposta le attività per imposte anticipate a seguito della eventuale futura rilevazione di perdite d’esercizio e/o di perdite fiscali. Quest’ultimo ammonta complessivamente a 47,5 milioni e comprende sia l’intera quota dovuta per l’esercizio 2015 (27,2 milioni), sia la stima della quota di competenza dei primi nove mesi dell’esercizio 2016 (20,3 milioni). Infine, nel terzo trimestre, è stata addebitata al conto economico anche la stima del contributo annuale da versare al fine di costituire le risorse finanziarie necessarie al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, pari a 23 milioni.

Escludendo le operazioni di pronti contro termine, la raccolta diretta evidenzia una crescita dell’1,0% su base annua (+1,8% nell’ultimo trimestre). Gli impieghi esprimono nei primi nove mesi un primo segnale di crescita (+0,3%) grazie ad un buon livello di nuove erogazioni di finanziamenti a medio e lungo termine.

Il risultato delle società partecipate, valutate con il metodo del patrimonio netto, risulta positivo per 93,3 milioni in calo rispetto ai 100,5 milioni rilevati nei primi nove mesi del 2015 (+29,8 milioni il contributo del terzo trimestre). Nell’ambito di tale aggregato la contribuzione principale è stata fornita dal credito al consumo veicolato dalla quota partecipativa detenuta in Agos Ducato (+68,0 milioni, rispetto ai 68,6 milioni del corrispondente periodo del 2015).
In virtù delle dinamiche descritte, il margine finanziario ammonta a 1.108,2 milioni, in calo del 13,2% rispetto ai 1.277,0 milioni dei primi nove mesi del 2015.

Le commissioni nette ammontano a 950,3 milioni e sono in calo del 12,4% rispetto ai 1.085,2 milioni dei primi nove mesi del 2015, che peraltro avevano beneficiato di una dinamica eccezionalmente positiva nel comparto del risparmio gestito. La flessione registrata nell’esercizio in corso trova origine anche nel clima di instabilità ed incertezza che ha orientato la clientela verso investimenti in strumenti finanziari a capitale garantito.
Gli altri proventi netti di gestione sono pari a 70,9 milioni rispetto ai 72,3 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio.

Il risultato netto finanziario senza FVO1 è positivo e pari a 183,8 milioni rispetto ai 173,3 milioni dei primi nove mesi del 2015 (85,0 milioni la contribuzione del terzo trimestre) e beneficia del contributo positivo di 25,6 milioni derivante dalla rilevazione di una rettifica del prezzo di cessione (earn-out) della quota partecipativa detenuta nella società ICBPI S.p.A. (cessione perfezionata nello scorso esercizio). Al netto di tale contributo, il risultato netto finanziario evidenzia un calo dell’8,7% e riflette l’andamento dei mercati.

Il totale dei proventi operativi (margine finanziario e altri proventi operativi) ammonta quindi a 2.313,1 milioni rispetto ai 2.607,9 milioni del 30 settembre 2015 (-11,3%). Le spese per il personale, pari a 963,0 milioni, evidenziano un calo del 4,7% rispetto ai 1.010,3 milioni del corrispondente periodo dello scorso esercizio per effetto della riduzione dell’organico medio (-366 risorse FTE su base annua). Il numero totale dei dipendenti ammonta al 30 settembre 2016 a 16.657 risorse “full time equivalent” rispetto alle 16.731 risorse in organico alla data del 31 dicembre 2015 ed alle 16.922 del 30 settembre 2015.

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