Donne in pasticceria: a Vicenza borsa di studio "Valeria Capnist"

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Nasce una borsa di studio dedicata a Valeria Capnist, donna vicentina con un grande amore per la cucina e la pasticceria. A lanciare l’iniziativa è della nipote Paola Capnist, che attraverso Esac, il centro di formazione di Confcommercio Vicenza, coprirà interamente i costi di frequenza, per una donna disoccupata o in difficoltà economiche, del corso “Vorrei fare il pasticcere” tenuto dall’Università del Gusto di Creazzo, che inizia il 22 settembre 2016 con una proposta formativa di 80 ore, in cui vengono trasmesse le basi per affrontare la professione sotto la guida di un esperto maestro pasticcere.

«Valeria è stata una figura di riferimento per la nostra famiglia – spiega Paola Capnist –, una donna dalle “mani d’oro”, con un grande amore per la cucina. Era una persona sempre sorridente e attenta ai bisogni degli altri e per questo ho scelto di ricordarla con una iniziativa che unisce la gastronomia, sua grande passione, al sociale».

Potranno candidarsi donne di età non inferiore a 30 anni, residenti a Vicenza o provincia, disoccupate e/o in condizioni di difficoltà economica, il cui reddito dell’ultimo anno non sia superiore a 10mila euro o il cui nucleo familiare abbia un reddito non superiore a 15mila euro (in base alla dichiarazione Isee). La domanda dovrà essere presentata compilando on line l’apposito modulo presente nel sito http://www.universitadelgustovicenza.it, entro il giorno 18 settembre 2016 e la vincitrice sarà individuata da una commissione appositamente costituita, presieduta da Paola Capnist.

«La scelta di un corso tenuto dalla struttura formativa di Confcommercio Vicenza è anche questa legata alla vita di Valeria, che per molti anni ha lavorato in associazione – continua Paola Capnist -. Penso che frequentare un percorso professionale promosso da un’organizzazione di categoria possa costituire un chance in più per una donna con la passione per la cucina e la pasticceria, ma che non abbia le possibilità economiche per iniziare un percorso di riqualificazione. Ritengo infatti che la formazione qualificata possa aprire le porte al mondo del lavoro».

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