Fumo alla Versalis di Porto Marghera, Cgil: manutenzione al cracking

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La mattina di domenica 7 agosto 2016 a Porto Marghera si è assistito all’innalzamento di una densa colonna di fumo dall’impianto Versalis, azienda del gruppo Eni che produce etilene-propilene. La fuoriuscita di fumo era dovuta a un problema allo scambiatore di calore, ha informato l’Eni, disservizio che ha causato il blocco di alcuni forni e l’attivazione successiva di due torce di emergenza dell’impianto, che nella fase iniziale hanno provocato i fumi di vapore che si sono visti da chilometri di distanza. L’impianto interessato è quello che realizza il cracking, ovvero il processo con cui si ottengono idrocarburi paraffinici leggeri per rottura delle molecole di idrocarburi paraffinici pesanti, impianto che è stato riavviato nel 2015, dopo un periodo di fermo, grazie a un accordo di fornitura che Eni ha siglato con Shell.

L’Ulss 12 di Venezia ha consigliato agli abitanti di Mestre, Marghera e Malcontenta di tenere le finestre chiuse per tutta la giornata, fino a quando alle 19 l’allarme è rientrato. Le sostanze emesse nell’aria, ha precisato l’azienda sanitaria, non erano tossiche, ma trattandosi di fumi di idrocarburi avevano effetti irritanti per gli occhi e le vie aeree. L’Arpav e la Protezione civile regionale hanno messo sotto osservazione la qualità dell’aria a Porto Marghera e nell’entroterra veneziano – visto che la giornata di domenica era ventosa, i campionamenti sono stati estesi lungo la Riviera del Brenta – con l’installazione di dispositivi Canister per prelevare campioni dei composti diffusi nell’aria da analizzare.

«L’entità e la natura delle emissioni non sono stati tali da far scattare il piano emergenziale previsto per le gravi crisi ambientali – ha detto Gianpaolo Bottacin, assessore all’ambiente della Regione Veneto –. Le misure precauzionali suggerite alla popolazione, come evitare di restare all’aria aperta nell’area interessata dalla dispersione di sostanze volatili e la chiusura di finestre e porte delle abitazioni, rientrano nelle disposizioni ordinarie di prevenzione, in particolare per bimbi, anziani e persone con problemi respiratori».

Ma per la Cgil di Venezia c’è un problema di manutenzione degli impianti che andrebbe affrontato. «Come Filctem Cgil non possiamo più aspettare – affermano in una nota i chimici del sindacato –. I nostri appelli alla società Eni affinché metta mano subito al cracking, con un intervento generale di manutenzione straordinaria, non possono più attendere o cadere nel vuoto. Questa “leggerezza” dell’azienda ci preoccupa. Non possiamo far correre rischi a chi lavora. Eni deve prendere in mano radicalmente la situazione. Ogni sottovalutazione è un rischio. Ogni rinvio all’inizio della manutenzione, rappresenta un possibile pericolo che non possiamo accettare. Chiediamo interventi accurati, verifiche approfondite e un check up completo del sistema, perché i danni non si propaghino a catena agli altri petrolchimici collegati, come Ferrara e Mantova».

Foto: via Twitter Giorgio Fullin

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