Estetisti contro Consiglio di Stato: "Liberalizzato lo shiatsu"

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Gli estetisti veneti contro il Consiglio di Stato “colpevole” di avere liberalizzato i massaggi shiatsu e le altre professioni cosiddette “bionaturali” come i naturopati, o chi pratica i massaggi tuina e ayurveda. La sentenza è stata depositata il 25 luglio 2016 e sancisce che pratiche come shiatsutuina, riflessologia plantare, feldenkrais, massaggio ayurvedico, osteopatia e chiropratica non debbano essere appannaggio di estetisti ed estetiste, ribaltando una precedente sentenza del Tar della Liguria che condannava un centro di tuina di Sanremo perché sprovvisto della licenza da estetista.

Ma la pronuncia del Consiglio di Stato non piace per niente a Confartigianato Estetica del Veneto, la cui presidente Valeria Sylvia Ferron si scaglia contro la novità: «Non si può calpestare in questo modo la dignità della nostra professione – afferma Ferron – che, ricordo, è frutto di anni di formazione e costanti aggiornamenti proprio per garantire la massima qualità del servizio e la tutela della salute ai nostri clienti. È inaudito che altri operatori abbiano corsie preferenziali per esercitare gli stessi trattamenti. E ancor più grave è che volutamente si continui a disattendere a interpretare le leggi in modo sbagliato e senza contraddittorio».

Per Valeria Sylvia Ferron «siamo di fronte all’ennesimo provvedimento che danneggia le imprese della categoria e dimostra leggerezza nei confronti della salute dei cittadini». Secondo gli artigiani veneti la sentenza lascia un vuoto operativo, dal momento che spetterebbe ora a Regioni e Comuni approvare dei regolamenti di disciplina di queste attività, cosa che avviene a macchia di leopardo «con interpretazioni il più delle volte permissive» a detta di Confartigianato Estetica.

«In questo modo – prosegue Valeria Sylvia Ferron –si favorisce in maniera selvaggia un mercato, come quello del benessere, che in Italia è fiorente senza per altro garantire il benessere ai cittadini. Sono la qualità dei servizi e le competenze di valore che determinano il successo delle nostre attività. Ed è qui la beffa: figure che svolgono un’attività apparentemente simile alla nostra, in forma privilegiata, senza preparazione certificata e senza prescrizioni igienico sanitarie. In questo modo a mio avviso ciò che è a rischio è la salute delle persone».

Confartigianato ha presentato al governo una ipotesi di soluzione che preveda percorsi intermedi di accesso alla professione estetista, consentendo ad esempio a singoli professionisti, attraverso percorsi più brevi, di acquisire l’abilitazione necessaria a svolgere singoli trattamenti estetici.

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