
Detassazione dei premi di risultato, cosa dice l'Agenzia delle Entrate
Gli incentivi (con detassazione) alla produttività e allo smart working introdotti dal decreto del Ministero del Lavoro del 25 marzo 2016 – di cui avevamo parlato qui – sono stati approfonditi e chiariti da una circolare dell’Agenzia delle Entrate, la numero 28/E del 15 giugno 2016. Ora il quadro è completo e, con l’aiuto di Elena Picci, avvocato specializzato in diritto tributario e e fiscalità del lavoro dello studio Spolverato Barillari & Partners, ci addentriamo nella materia, prendendo spunto dal commento pubblicato sul magazine Il futuro al lavoro dell’avvocato del lavoro Gianluca Spolverato.
Smart working, chi ha diritto all’agevolazione?
Ne hanno diritto solamente i datori di lavoro del settore privato e i titolari di reddito di lavoro dipendente il cui importo non superi i 50mila euro nell’anno precedente a quello in cui si percepiscono le somme frutto dell’agevolazione.
Va considerato a questo fine solo il reddito soggetto a tassazione ordinaria mentre si devono escludere eventuali redditi di lavoro con tassazione separata.
Si ha diritto al regime agevolato anche se non si è percepito alcun reddito di lavoro dipendente nell’anno precedente, o dal lato opposto se i redditi diversi – ad esempio da lavoro autonomo – hanno superato in quell’anno i 50mila euro.
Su cosa si calcola la detassazione?
Solamente sui premi di risultato. Non alle maggiorazioni di retribuzione, né agli straordinari. Gli obiettivi sulla base dei quali si definiscono e si erogano i premi, sottolinea l’avvocato Elena Picci, devono essere incrementati nell’arco dei un periodo congruo definito nell’accordo sindacale che è alla base dei premi di risultato.
L’incremento deve riguardare almeno uno degli obiettivi «di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione richiamati dalla norma e che tale incremento possa essere verificato attraverso indicatori numerici definiti dalla stessa contrattazione collettiva, che dovranno essere riportati nella sezione 6 del modello allegato al decreto, al momento della presentazione della dichiarazione di conformità».
Più incentivi per chi coinvolge i lavoratori
L’incentivo si applica fino a un tetto di premio annui di 2mila euro, cifra che può essere elevata a 2.500 euro, ma solo «per le aziende che prevedono il coinvolgimento dei lavoratori». Che cosa significa lo spiega ancora la legale: «È necessario che i lavoratori intervengano, operino ed esprimano opinioni che, in quello specifico contesto, siano considerate di pari livello, importanza e dignità di quelle espresse dai responsabili aziendali che vi partecipano con lo scopo di favorire un impegno “dal basso” che consenta di migliorare le prestazioni produttive e la qualità del prodotto e del lavoro».
Per conoscere i dettagli della circolare interpretativa dell’Agenzia delle Entrate, continua a leggere sul magazine Il futuro al lavoro.