Zamperla, 50 anni di giostre da New York a Pyongyang

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

C’è una sottile linea rossa che unisce Coney Island a New York, Gorky Park a Mosca, Kalkar in Germania. Una linea rossa che incornicia un nome: Zamperla, l’azienda veneta che, dal 1966, ha saputo trasformare l’industria dell’intrattenimento in un successo globale. Da Sunzhou alla Bielorussia, dal Sudamerica al Behrein non c’è parco a tema nel mondo che non abbia almeno una giostra concepita nel tutto sommato discreto quartier generale di Altavilla Vicentina, ai piedi dei colli Berici.

Ed è proprio qui che venerdì 10 giugno 2016 Alberto Zamperla, il patron di un’azienda partita dalla manifattura di piccole giostre per bambini per diventare un impero da oltre 60 milioni di euro all’anno di fatturato, ha invitato clienti e amici per festeggiare i 50 anni di attività. Una celebrazione sobria con (tante) presenze internazionali e (poche) presenze venete in cui Zamperla, rigorosamente in inglese, ha ripercorso le tappe serrate di un’ascesa industriale che non ha conosciuto crisi. Tra queste, fondamentali, sono state l’incontro nel ’98 con la Disney, di cui ora Zamperla è principale fornitore, e l’espansione verso Est con l’approdo in Cina.

Kim Jong Un su una giostra Zamperla

Kim Jong Un su una giostra Zamperla

Tra i più curiosi frutti dell’internazionalizzazione dell’azienda si annoverano anche un inconsueto intervento nel parco divertimenti a Baghdad, la costruzione di due parchi a tema (uno per uomini, uno per donne) in Arabia Saudita e le attrazioni del Rungna People’s Pleasure Ground di Pyongyang amatissimo da Kim Jong Un, la cui foto a bordo di rollercoaster targato Zamperla campeggia nella sala riunioni di Altavilla Vicentina.

Dal management all’innovazione come chiave competitiva. Se esiste un segreto nella “formula Zamperla” sta nel non fermarsi mai. Il Gruppo ha perfezionato l’originario core business artigianale fatto di autoscontri e punchball aggiungendo, nel corso degli anni, la progettazione indipendente delle giostre e creando una sorta di marchio di fabbrica “made in Veneto” immediatamente riconoscibile. Tra le creature più famose c’è Volare, un gioiello da circa tre milioni di euro presente sia al Prater di Vienna, che a Coney Island che a Tampere, in Finlandia.

L’asso nella manica è un team di oltre 30 tra ingegneri, fisici, matematici e informatici che costituisce il nucleo del dipartimento ricerca e sviluppo, strategico per l’innovazione aziendale, e a cui il Gruppo Zamperla destina il 6% dei ricavi annuali, circa 3 milioni e mezzo di euro. Grazie alle medesime tecnologie usate dalla NASA per sperimentare i carichi gravitazionali sulle navicelle spaziali l’impresa vicentina si è inserita con forza nel settore delle grandi giostre con prodotti di punta come il ThunderBolt, una montagna russa con cinque accelerazioni diverse e il Wind Starz, che simula il volo di un deltaplano. Ma non è finita. Parte del business oggi viene anche dalla consulenza di marketing e dal management stesso dei parchi di divertimento. Un’esperienza, quest’ultima, nata con i Victorians Garden di Londra ma che solo la riqualificazione del celebre Coney Island di Brooklyn ha portato Zamperla agli onori della cronaca.

Una collaborazione “made in Veneto”. Il legame con il territorio d’origine per la Spa di Altavilla Vicentina non è lettera morta. Partirà a breve, per esempio, al CUOA di Altavilla la quarta edizione del corso di Ingegneria della manutenzione, proposto da Zamperla sia ai clienti che ai migliori studenti universitari iscritti al centro universitario di alta formazione del vicentino.

È in corso inoltre una collaborazione con il Dipartimento di Economia dell’Università Cà Foscari di Venezia per un progetto di management e innovazione strategica dal nome quantomai evocativo “Il paradosso dell’imprenditore tra coerenza e innovazione”. Sotto il coordinamento scientifico del professor Carlo Bagnoli la ricerca si propone di esplorare nuovi modelli di business di impresa ripensando sia il mercato di destinazione che i possibili utilizzatori finali.

L’ultima sfida: oltre la disabilità. Sono state stimate in almeno 100mila le problematiche motorie, sensoriali e fisiche che influiscono sull’utilizzo in sicurezza delle giostre. Superarle significa intraprendere (e vincere) una sfida etica ma anche economica. Un gesto concreto in questo senso è stato, per Zamperla, donare una intera attrazione al Give Kids the World Village, un parco statunitense in cui vengono ospitati bambini malati terminali, e il contributo tecnico e scientifico all’ambizioso progetto triennale “Una giostra per tutti” insieme all’Istituto Superiore di Sanità. L’iniziativa ha permesso la pubblicazione, nel 2015, di un documento in cui sono contenute le linee guida al divertimento accessibile.

Giulia Salmaso

Ti potrebbe interessare