Digitalizzazione e 1,5 miliardi di crediti deteriorati: la strategia di Banca Ifis

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Oltre un miliardo di portafoglio acquisito per arrivare, così, nei primi mesi del 2016 quasi a quota 1,5 i miliardi di euro di crediti deteriorati. Ovvero quelli rilevati da Banca Ifis, l’istituto rafforza così la già solida leadership nel business dei non-performing loans con un’acquisizione molto rilevante – la terza del 2016 – di un portafoglio di oltre 1 miliardo di euro di valore nominale, ceduto da una società dedicata alle attività di factoring e NPL management. Il portafoglio, che vanta circa 152mila posizioni, è composto principalmente da finanziamenti di credito al consumo (64%) e da carte di credito (36%) e il ticket medio è di circa 6.000-7.000 euro. In questo modo l’importo complessivo del portafoglio dei crediti gestiti si avvicina ai 10 miliardi di euro. Le banche hanno bisogno di cambiamento. Partendo da questo assunto, Banca Ifis investe nell’acquisto dei crediti deteriorati e punta sull’innovazione digitale, senza perdere di vista il valore del credito al cliente e agli imprenditori.

«Il volume di crediti di difficile esigibilità acquisito è segno della capacità dell’istituto di chiudere deal importanti e che creino valore per tutti gli stakeholder coinvolti, con particolare attenzione alla sostenibilità del nostro operato verso individui e famiglie in difficoltà finanziaria», ha commentato Andrea Clamer, responsabile dell’Area NPL di Banca Ifis.

Banca Ifis e l’innovazione digitale

Il Gruppo Banca Ifis è, in Italia, l’unico gruppo bancario indipendente specializzato nella filiera del credito commerciale, del credito finanziario di difficile esigibilità e del credito fiscale. Quotato in Borsa Italiana nel segmento Star, è una realtà innovativa il cui fatturato cresce del 20% ogni anno.
Oggi Banca Ifis è una media banca italiana, ma fino a cinque anni fa è era considerata piccola. È nata lavorando con piccole imprese famigliari, tanto da pensare a se stessa come a un’impresa. Ama definirsi “agile”, e ne è prova il fatto che non sono i clienti ad andare i banca, bensì è la banca che va fisicamente dai clienti, al momento circa 90mila in Italia.

Banca Ifis è sensibile al tema dell’innovazione digitale e promuove un nuovo modello di “artigiano digitale”, capace di abbinare alla valorizzazione del proprio sapere una propensione verso le nuove tecnologie. Per questo motivo, nell’ambito della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, l’istituto sostiene l’esposizione dedicata al New Craft organizzata alla Fabbrica del Vapore ed è organizzatrice, assieme a Stefano Micelli e Marketing Arena (e in collaborazione con Maker Faire Rome), di “Botteghe Digitali”, iniziativa che favorisce il connubio tra innovazione, manifattura tradizionale e storytelling a supporto delle aziende artigiane, venendo a costituire un’occasione per riflettere sul tasso di digitalizzazione delle realtà artigiane italiane e sulle potenzialità delle più moderne tecnologie applicate a questo ambito. Questi progetti sono stati presentati nello scenario della Fabbrica del Vapore a Milano il 3 maggio 2016.

«Siamo partiti da zero 30 anni fa e oggi siamo qui a portare il nostro motto», commenta al Giovanni Bossi, amministratore delegato di Banca Ifis, il cui obiettivo è pensare a come fare le cose «sempre in modo diverso». Secondo Bossi, le banche hanno bisogno di cambiamento, di pensiero nuovo, e questo cambiamento sarà imposto dal mercato, quindi ormai è imminente. Occorre per esempio ridurre gli sportelli (Banca Ifis non ne ha mai avuti) e smettere di far pagare per effettuare operazioni bancarie come i bonifici.
«Il rapporto tra banca e imprenditore deve cambiare – continua Bossi. – Misurare il credito dei clienti sulla base dei criteri tradizionali non racconta la realtà che sta dietro a un’impresa. Dobbiamo imparare a raccontare con chiarezza cosa vogliamo fare. Se le famiglie e gli imprenditori non riceveranno dalle banche sempre più credito la via d’uscita dalle difficoltà sarà molto complicata».

Banche a servizio dell’economia con Credi Impresa Futuro

«Bisogna che le banche siano a servizio dell’economia e non l’economia a servizio delle banche», afferma l’ad di Banca Ifis. Anche per questo è nato Credi Impresa Futuro, il marchio dedicato al supporto del credito commerciale delle Pmi che operano nel mercato domestico. «Credi Impresa Futuro è un marchio nato due anni fa che ha raggiunto l’apice negli ultimi sei mesi: rappresenta l’evoluzione del core business di banca Ifis», spiega Raffaele Zingone, Responsabile della pianificazione strategica. Per accelerare il cambiamento è importante imparare a pensare in termini di trimestri, non di anni, perché «i numeri sono un film, non una fotografia», conclude Giovanni Bossi.

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