Brennero, da Nordest più di 30 miliardi di euro di merci

FacebookTwitterLinkedInWhatsAppEmail

Oltre trenta miliardi di euro di valore di traffico merci da Nordest verso Nord Europa, 523 veicoli pesanti che transitano all’ora. Il Brennero rappresenta un valico decisivo per l’economia nordestina, un’economia che le restrizioni minacciate dall’Austria rischia di mettere in ginocchio. A dirlo, molto chiaramente, è Confartigianato. «La chiusura del Brennero ha una chiara finalizzazione populista e risponde, in modo per giunta infantile, ad un problema tutto politico e legato alle elezioni in atto in Austria. E’ infatti chiaro che non è così che si risolve il problema epocale dell’immigrazione che troverà certamente altre strade. A bloccarsi al nuovo muro saranno solo le nostre merci. Con il vero risultato concreto del gravissimo danno per l’economia e per i trasporti, ma anche per l’Unione perché è il simbolo dell’integrazione europea» – Lo afferma Luigi Curto Presidente della Confartigianato Imprese Veneto. “Spero –prosegue– che la Commissione europea reagisca prontamente con una procedura di infrazione, se le misure austriache si dovessero rivelare “sproporzionate”, cioè in violazione con i criteri del codice Schengen”.

Una recente analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato ha evidenziato che oltre un quarto dell’export manifatturiero viene indirizzato verso i Paesi che hanno introdotto deroghe temporanee agli accordi di Schengen. In particolare la barriera al Brennero determinerebbe un impatto –con risvolti sociali ed economici- di ampia portata. Il rallentamento del trasporto di merci nelle aree di confine e l’incremento dei costi per il sistema manifatturiero e dei trasporti causerebbe una perdita di competitività alle imprese in una fase di ripresa ancora fragile ed accentuerebbe gli effetti negativi del rallentamento in corso del commercio internazionale.

La direttrice del Brennero viene utilizzata – in prevalenza dalle imprese del Nord Est –  per il trasporto dei prodotti del made in Italy verso Austria e nei Paesi europei quali Germania, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Norvegia e Svezia.

Il valore economico del Brennero

“Solo dalle regioni italiane del Nord est (Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige) –spiega Curto– l’export verso questi sette Paesi europei vale 30.057 milioni di euro che rappresentano il 34,3% degli 86.603 milioni di euro del totale Italia verso queste aree, il 23,3% delle esportazioni manifatturiere del Nord Est nel mondo ed è aumentato del 2,8% nell’ultimo anno. Tra le regioni del Nord Est le maggiori vendite del made in Italy nei sette Paesi in esame provengono proprio dal Veneto con 12.766 milioni di euro, il 14,6 % del totale Italia. Seguono l’Emilia Romagna con 11.480 milioni pari al 13,1%, Friuli Venezia Giulia con 2.967 milioni pari al 3,4% e Trentino-Alto Adige con 2.845 milioni pari al 3,2%. Nel territorio del Nord Est operano complessivamente 75.388 imprese artigiane manifatturiere e 17.539 imprese artigiane di autotrasporto”.

Secondo la rilevazione del traffico merci attraverso le Alpi il Brennero è il valico alpino che registra il maggior traffico di merci su strada con 29,0 milioni di tonnellate, a cui si aggiungono 11,7 milioni di t. che transitano su treno; tra i valichi italiani seguono Ventimiglia con 17,3 mln t., Tarvisio con 15,2 mln t., Fréjus con 10 mln t. e San Gottardo con 9,3 mln t.

Nel 2015 l‘Autostrada del Brennero ha registrato un volume di traffico pesante di 1.274,9 milioni di veicoli-km, pari al 7,1% del traffico autostradale italiano di veicoli pesanti, ed è risultato in salita del 3,2% nell’ultimo anno; considerando che la tratta monitorata è la A22 Brennero-Verona-Modena che conta 314 km, il volume nell’anno equivale – tenuto conto del calendario della limitazione della circolazione dei mezzi pesanti – a 523 veicoli pesanti all’ora che percorrono l’intero tratto.

Cgia, un terzo delle merci italiane passano per il Brennero

Un terzo delle merci che entrano ed escono su gomma dal nostro paese attraverso le Alpi “investono” il Brennero. Degli 89 milioni di tonnellate di merci che complessivamente transitano ogni anno lungo i nostri confini alpini su Tir, 29 sono “assorbiti” da questo valico. Se poi aggiungiamo anche gli 11,7 milioni di tonnellate di merci che viaggiano su ferrovia, la dimensione complessiva delle merci in transito sul Brennero supera i 40 milioni di tonnellate all’anno. A indicarlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha analizzato i dati di Alpinfo-Ufficio federale trasporti svizzero riferito al 2013 (ultimo anno disponibile). «E’ evidente che la decisone di ripristinare i controlli al Brennero colpirà  soprattutto l’autotrasporto. Per i Tir si allungheranno notevolmente i tempi di ingresso/uscita dal valico» spiegano in una nota. «Secondo uno studio redatto dall’associazione degli autotrasportatori belgi – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – ogni ora di lavoro costa mediamente 60 euro.   Con un ritardo di sole 2 ore è stato stimato un aumento dei noli del 10% che ricadrà, nel medio e lungo periodo, sui costi e quindi sui prezzi dei prodotti e di conseguenza sul consumatore finale». I controlli al Brennero rischiano di colpire tutto il sistema produttivo, soprattutto quello legato alle esportazioni. «I risultati negativi – dichiara il segretario della CGIA Renato Mason –  investirebbero anche le imprese manifatturiere italiane e, in particolar modo, quelle del Nordest che lavorano con consegne giornaliere “just in time” verso i Paesi del nord Europa. A causa dei ritardi delle consegne potrebbero rischiare di pagare penali salatissime, con il pericolo di perdere anche le commesse».

Ti potrebbe interessare