Lo spritz conquista gli Usa (con tanto di libro dedicato)

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Lo spritz? Sta volando nell’export, a volerla vedere dal punto di vista economico. Tanto da avere un successo tale, negli Stati Uniti, che gli ha fruttato – oltre che di essere servito nei bar più alla moda, anche un libro dedicato. Ovvero quello di Talia Baiocchi e Leslie Pariseau, fondatrici della rivista online americana Punch, che sul cocktail che esplora le varie gradazioni del rosso (e anche no, basti pensare alla versione veneziana) hanno scritto «Spritz. Italy’s most iconic aperitivo cocktail, with recipes» (Ten Speed Press). Un successo oltraoceanico per la bevanda codificata fra Padova e Venezia – e così non facciamo torto a nessuno – nel primo dopoguerra. Abbiamo usato la parola codificata e un motivo c’è: in realtà pare proprio che l’usanza di allungare vino con acqua fresca, un prototipo dello spritz, fosse già in auge fra gli antichi romani e greci, nel 400 a.C.

Spritz, nel Novecento nasce l’Aperol: ed è subito amore

Tornando alla storia recente, dall’usanza di dei soldati austriaci – siamo a fine Ottocento – di aggiungere acqua frizzante al vino si arriva fino agli anni 20. quando i fratelli Barbieri inventano l’Aperol, che diventa presto ingrediente ideale per la nuova bevanda, chiamata spritz. Aperol e Campari, all’inizio. Poi la bevanda si è evoluta, e ora la si può trovare in varie versioni: al post dell’Aperol si mette un po’ di tutto: dal prosecco al Cynar, dal gin al rabarbaro (che in fondo è uno dei componenti principali dell’Aperol). Insomma, l’aumento delle possibilità, e dei gusti, magari fa storcere il naso a molti puristi ma è uno dei motivi che ha permesso alla bevanda di diventare un cocktail di successo anche fuori dal Veneto e dall’Italia. Se ci si mette anche l’ampia campagna pubblicitari che lo spritz ha avuto negli ultimi anni, il successo è spiegato.

Il successo dello spritz negli Usa

Ma forse non tutti avrebbero pensato ad un tale successo: pare proprio che lo spritz stia diventando uno dei cocktail più di voga negli States. Come abbiamo detto, merito della sua versatilità: in fondo chiunque può aggiungerci il suo liquore preferito. Poi c’è anche una certa leggerezza, almeno nella versione originale, con una gradazione che si avvicina ai 12 gradi (anche meno a volte). Negli Usa c’è l’abitudine di fare aperitivo con cocktail che da noi accompagnerebbero il dopocena, molto forti: presi a stomaco vuoto possono risultare alquanto pesanti. Mentre lo spritz è più docile, viene incontro meglio anche ai gusti – per fare un esempio – delle signore. Ed è così che anche gli Usa parlano un po’ veneto. E pure i loro libri.

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