La startup vicentina Solwa in prima pagina su La Stampa

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È una startup innovativa di Vicenza la storia di copertina di venerdì 4 marzo 2016, del quotidiano La Stampa. Si tratta di Solwa, “creatura” di Paolo Franceschetti, che ha brevettato come primo progetto un depuratore e desalinizzatore per l’acqua che funziona a energia solare, utilizzato in molti villaggi africani come soluzione a basso impatto per risolvere il problema dell’acqua potabile, progetto vincitore del premio Gaetano Marzotto e nel 2011 “adottato” persino dall’Onu che ha riconosciuto in quella tecnologia una «innovazione per lo sviluppo dell’umanità». Da quella prima invenzione, nata dalla sua tesi di laurea, sono nati altri progetti, essiccatori di fanghi industriali che diventano fonte rinnovabile, essiccatori di cibo, serre agricole per il deserto.

La Stampa

La prima pagina de La Stampa del 4 marzo 2016

Una vera fucina di idee, la creatura di Franceschetti. Dall’Africa al ciclo della concia, intuizione dopo intuizione. Su tutti c’è un’impronta comune: l’utilizzo di un’unica fonte di energia, quella solare. Il basso impatto ambientale, infatti, è uno degli obiettivi primari di Franceschetti&Co: il miglioramento dell’ambiente che ci circonda dopotutto passa prima di tutto dal rispetto di quanto già c’è. Dall’Africa fino ai fanghi, una questione certo marginale per chi lavora nelle concerie. Giusto per allargare un po’ l’orizzonte, in Europa si producono 10 milioni di tonnellate di fanghi, frutto della lavorazione: attualmente vengono disidratati con dei macchinari, stoccati e portati allo smaltimento, mentre il nuovo sistema pensato da Solwa, chiamato DryWa, rivoluziona il tutto consentendo di essiccare i fanghi di scarto trasformandoli in una nuova fonte di energia rinnovabile riducendone le emissioni in ambiente. In altre parole: il volume dei fanghi si riduce del 95%, e lo scarto residuo, quello proprio ineliminabile, viene usato come carburante per l’essicazione.

23 premi per Solwa nel 2015

Nel 2015, anno in cui Solwa ha ricevuto ben 23 premi, l’azienda ha chiuso un contratto per fornire le serre di potabilizzazione dell’acqua ad alcune scuole del Burkina Faso. Ed è soprattutto entrata a far parte del gruppo Santex di Trissino (Vicenza), che produce macchine tessili, e che ha voluto “adottare” la startup innovativa per chiudere il ciclo dei rifiuti nel settore tessile, trovando un modo per seccare i fanghi residui della lavorazione riducendone così di molto il volume, un problema molto sentito soprattutto nel distretto della concia della valle del Chiampo.

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