Fondazione Arena, 3 milioni dal Comune: crisi rimandata

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Pioggia di denaro sulla Fondazione Arena che, per il momento, scongiura il commissariamento. Se poi basterà a salvare i dipendenti è ancora tutto da vedere, poiché i contributi esterni appena confermati non risolvono il problema della mancanza di liquidità che mette a rischio, prima di tutto, il loro stipendio. L’ultimo capitolo della crisi che sta affossando l’ente lirico veronese si è aperto l’altro ieri, quando il consiglio di indirizzo ha approvato all’unanimità il pareggio di bilancio preventivo 2016, grazie all’intervento straordinario dal Comune, che ha iniettato nelle casse della Fondazione un capitale pari a 3 milioni di euro, circa 2,3 dal proprio avanzo di amministrazione 2015 e circa 700mila euro dal previsionale 2016.

Agsm, Camera di commercio e Cariverona

Agli aiuti amministrativi si aggiungono i contributi provenienti dalla società comunale di servizi Agsm (poco meno di tre milioni sui 7,5 previsti nel triennio 2015-18), dalla Camera di commercio che è anche socio dell’ente (500mila euro) e da Fondazione Cariverona, da cui arriva 1 milione, mentre sono in forse altri 500mila promessi dall’ex presidente Paolo Biasi prima del cambio vertice e che ora lascia la decisione nelle mani del successore Alessandro Mazzucco. Da Banco Popolare e Cattolica assicurazioni sono stati confermati ulteriori contributi che hanno permesso di chiudere il previsionale in pareggio con 43,6 milioni di euro e un risparmio di 1,8 milioni rispetto al 2015.

Tosi: «L’anno prossimo legge Bray»

A seguito dell’operazione, la Fondazione Arena dovrebbe riuscire a chiudere il 2016 con i conti in ordine e, da qui, due vantaggi: oltre ad evitare il commissariamento, come sarebbe avvenuto in caso di bilancio in perdita, l’ente lirico potrà beneficiare di un anticipo del Fus (Fondo unico per lo spettacolo) statale.

Flavio Tosi

Flavio Tosi

L’anno prossimo, però, preannuncia il sindaco Flavio Tosi, l’unica ancora di salvezza sarà la legge Bray e i necessari tagli, anche al personale, che richiede il decreto. «Il pareggio di bilancio è stato raggiunto con un’iniezione straordinaria di risorse economiche che però non sarà ripetibile in futuro – ha ammonito il sindaco e presidente dell’ente lirico – è chiaro quindi che con cinque milioni annui di minori contributi pubblici da parte di Stato, Regione e Provincia è fondamentale stabilizzare i costi della Fondazione, personale compreso, con le procedure messe in essere con la legge Bray».

Stipendi a singhiozzo

Un respiro di sollievo in attesa del 2017? Non esattamente perché, come conferma una nota della Fondazione, «rimane la situazione di illiquidità che non consente all’ente di pagare le retribuzioni del mese di febbraio entro la data del 12 marzo», la Fondazione ha quindi informato lavoratori e sindacati che procederà alla liquidazione di un acconto dello stipendio il 12 marzo e il relativo saldo non oltre il 21.

Lucia Perina

Lucia Perina

Immediata la reazione dei sindacati, che chiamano in causa la responsabilità dei vertici: «Ora che si aggiunge anche l’aggravante dell’acconto sullo stipendio per problemi di liquidità – ha detto Lucia Perina, segretario della Cst Uil di Verona – vorrei sapere se il presidente, il sovrintendente e il Consiglio di indirizzo hanno fatto di tutto per evitare questa situazione. Ho i miei dubbi. Faccio notare che anche se è stato allontanato lo spettro del commissariamento, il management rimane lo stesso e così non andiamo molto lontano».

«Questo è l’ennesimo segnale di una situazione che scarica sui lavoratori le conseguenze di una conclamata incapacità di gestione di amministrazione e organizzativa – ha aggiunto Paolo Seghi, segretario generale della Slc Cgil veronese – che lascia perplessi ed esterrefatti di fronte alla tanto proclamata volontà, anche attraverso il ricorso alla legge Bray, di operare un risanamento e un rilancio della Fondazione».

Camilla Pisani

Foto: Arena di Verona, foto Tabocchini Gironella via http://www.arena.it

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