Confindustria Padova, segnali di vita. Nel 2015 78 nuove aziende associate

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In via Masini, nella sede di Confindustria Padova, sono dati che arrivano come una ventata di aria fresca. Dopo 7 anni nel 2015 è cambiata la tendenza:  78 nuove aziende associate (+27,9% rispetto alle 61 nel 2014), per oltre 3mila dipendenti totali, con un saldo positivo fra nuovi arrivi e addii, come non succedeva dal 2008. Arrivando a superare, come dato assoluto, le 1.350 imprese associate. Risultato ancor più rilevante perché ottenuto, dopo sette anni segnati da cessazioni e fallimenti, non allargando le maglie a soci unipersonali, ditte individuali, partite Iva, ma delimitando con rigore il perimetro associativo a imprese industriali e produttrici di beni e servizi con adeguata struttura organizzativa. Tra le nuove imprese iscritte prevalgono le metalmeccaniche (25 e 1.100 addetti), quindi servizi innovativi tecnologici (19), chimica-gomma plastica (10), servizi alle imprese (9).

Cresce il numero delle aziende e in parallelo aumenta quello dei dipendenti delle imprese che aderiscono a Confindustria Padova (+2,5%), arrivati ai 60.000. A riprova dell’attrattività nel mondo produttivo verso una Confindustria Padova che ha cambiato pelle, alzando la qualità e la gamma dei servizi offerti (tra cui ricerca partner estero, bandi Ue, check-up finanziario), mettendo a sistema le eccellenze, riducendo i costi di struttura (-10% dal 2011). E che dovrà continuare a farlo in futuro, per dare risposte sempre più in linea con i bisogni delle imprese.

Il presidente Finco: «Stiamo cambiando cultura organizzativa»

«Stiamo cambiando cultura organizzativa, più efficienti come un’azienda e in grado di cogliere in anticipo la domanda delle imprese – spiega il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco – concentrando azioni e progetti sui grandi fattori di competitività: innovazione tecnologica, internazionalizzazione, crescita dimensionale e reti, capitale umano e finanza d’impresa. Grazie a questo lavoro, sempre più aziende testimoniano la fiducia in noi e l’apprezzamento, scegliendo di associarsi. Nel 2015 oltre il 75% delle imprese associate ha usato i nostri servizi e le consulenze dedicate sono state oltre tredicimila». «Al tempo stesso, siamo impegnati a tessere una grande alleanza trasversale, pubblico-privato, che mobiliti coscienze e saperi, istituzioni, università e fondazioni sui grandi temi dello sviluppo, dalla logistica al trasferimento tecnologico al futuro di PadovaFiere. L’obiettivo è chiaro: rilanciare le imprese e il territorio padovano e veneto, motore della crescita e della sfida competitiva per il nostro Paese».

L’altro cantiere è il Sistema Aperto con Treviso e Vicenza, la ‘Schengen associativa’ che dopo l’integrazione di tutti i servizi e la libera circolazione delle imprese, si è data nel 2016 ulteriori obiettivi di coordinamento organizzativo e della governance. «Bisogna andare avanti in questo processo – dichiara Finco – oltre confini che sentiamo superati, per essere ancora più incisivi nell’azione di tutela e sviluppo delle imprese. Gli industriali sentono una grande responsabilità. Sanno che il futuro della crescita e del lavoro viaggia sulle gambe degli imprenditori. Padova sta ripartendo, l’associazione vuol essere con loro motore propulsivo di un grande progetto per fare grande questo territorio».

Confindustria Padova, tre aziende su quattro sono PMI

Per quanto riguarda le imprese associate a Confindustria Padova, il 77,2% delle aziende è fino a 50 dipendenti; il 20,1% è tra i 51 e i 250; il 2,7% ha più di 250 dipendenti. A riprova della forte identità associativa, è rimasta pressochè invariata la rappresentanza in questi ultimi anni: nel 2008 le attività manifatturiere rappresentavano il 63,5% delle aziende associate, mentre il 36,4% erano servizi e costruzioni (rispettivamente 24,4%; 12%). Nel 2015 le attività manifatturiere sono stabili al 65,6%, mentre il 34,4 erano servizi e costruzioni (rispettivamente 23,9%; 10,5%). Per quanto riguarda i dipendenti delle aziende associate, nel 2008 il 75,7% erano di attività manifatturiere, nel 2015 questa percentuale è stabile al 75,5.

 

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