Vinitaly in tour Usa, export da record del vino

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Da Verona agli Usa, sfruttando l’onda in crescita dell’export del vino. Dal 17 gennaio Vinitaly International comincia un tour internazionale che toccherà San Francisco (17-19 gennaio) al Winter Fancy Food, New York (7-9 febbraio) e Miami (10 febbraio). Il giro promozionale continuerà ritornando a New York a maggio, Canada e Cina a febbraio e marzo, e poi a giugno sarà la volta di Chicago al Fmi Connect (20-23 giugno) e di nuovo di New York con la partecipazione al Summer Fancy Food (26-28 giugno). Il tour si inserisce nel Piano speciale Usa finanziato dal Ministero dell’economia e dello sviluppo e dall’Ice, l’istituto per il commercio estero.

Ian D'Agata

Ian D’Agata

Il format degli incontri negli Usa sarà l’Executive Wine Seminar della Vinitaly International Academy – VIA, e i workshop sarano tenuti dal direttore scientifico Ian D’Agata. A San Francisco tre saranno i seminari avanzati su Grignolino, le subzone del Chianti e l’Etna, mentre uno base realizzato in collaborazione con Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) sarà dedicato ai vini artigianali. A New York sarà ancora la volta del Grignolino e dei vini artigianali, ma si parlerà anche di tendenze di consumo di vino nei ristoranti italiani e di come queste potrebbero riproporsi negli Usa. A Miami, oltre che di Grignolino e di vini artigianali, un terzo Executive Wine Seminar VIA sarà dedicato al Carmignano.

Nel 2015 le esportazioni dei vini italiani negli Stati Uniti sono state pari a 1,3 miliardi di dollari (oltre 1,4 miliardi di euro), rafforzando il ruolo dell’Italia come principale esportatore nel mercato nord americano. «Il consumo di vino negli Usa continua a crescere – dice il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani -, ma si tratta di un mercato con due facce, come emerso durante i numerosi workshop che gli abbiamo dedicato durante wine2wine, il forum del vino svoltosi nel dicembre scorso: per certi versi è maturo e questo lo vediamo dalla curiosità espressa dai consumatori per vini meno famosi espressione di territori ancora sconosciuti; d’altro canto, però, ci sono Stati dove solo ora si inizia a consumare vino». All’ultima edizione di Vinitaly a Verona i buyer statunitensi rappresentavano il 15% delle presenze estere.

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