Verona, saldi a rilento: ponte e pioggia complicano il via

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«Una falsa partenza». Così Silvano Meneguzzo, presidente di Confesercenti Verona, ha commentato l’avvio dei saldi invernali, iniziati a rilento sia nel centro storico che nei centri commerciali cittadini. A non convincere è stata la scelta del via: un martedì 5 gennaio, in pieno ponte dell’Epifania, che ha impedito il potenziale slancio di un primo giorno di sconti programmato fuori dal periodo natalizio e, possibilmente, di sabato, giornata tradizionalmente dedicata agli acquisti durante tutto l’anno.

Silvano Meneguzzo

Silvano Meneguzzo

«L’avvio è avvenuto in un giorno feriale e ritenuto troppo vicino al Natale, che ha penalizzato la partenza e frenato lo shopping anche durante le festività – precisa Meneguzzo – non dimentichiamo, inoltre, che anche un clima così mite non ha spinto verso l’acquisto di capi invernali, spostando l’attenzione dei consumatori su altri settori merceologici. Rispetto all’anno scorso il volume di affari è leggermente più basso, ma le somme le tireremo alla fine, sperando che gli sconti rappresentino una boccata di ossigeno per un settore ancora in crisi, che solo nel 2015 ha visto la chiusura di 10mila negozi di abbigliamento, 27 al giorno». Un esordio al di sotto delle aspettative, dunque, smorzato da una data poco azzeccata, ma anche dalla pioggia incessante che ha caratterizzato tutta la giornata di sabato: i tanto attesi acquirenti in cerca dell’offerta, insomma, o erano ancora in vacanza o hanno preferito restare a casa.

Ponte e maltempo frenano i primi acquisti

A fare da eco ai vertici della categoria sono gli stessi esercenti che, dalle principali vie dello shopping scaligero, nel triangolo tra via Mazzini, via Cappello e Corso Santa Anastasia, lamentano, complice anche il brutto tempo, una scarsa affluenza di clienti per tutta la prima settimana di saldi, weekend incluso, e un netto peggioramento degli affari rispetto allo stesso periodo dell’anno appena concluso.  «La nostra giornata di punta è sempre stata il sabato – spiegano in un negozio di abbigliamento intimo – il martedì come primo giorno di ribassi non è stata una buona scelta, molta gente ha approfittato del ponte per prolungare le vacanze. Sarebbe stato meglio cominciare il 9».

«Il primo giorno è andato bene, poi sempre più a rilento e sabato, in giro per la città, non si è visto nessuno – dicono in un’attività commerciale di Corso Sant’Anastasia – Le cause? Il brutto tempo ma anche tanti stipendi che arrivano il 10 del mese». «L’anno scorso avevamo la fila in negozio – racconta una commessa di via Mazzini – quest’anno è andata peggio, la gente non crede più nei saldi viste le tante offerte che vengono proposte anche al di fuori del periodo di sconti, tra liquidazioni, rinnovo locali, messaggi anticipati alla clientela abituale…».

Caccia allo sconto più alto

Ma se la maggior parte dei negozianti chiude la prima settimana di saldi registrando incassi al di sotto delle attese, c’è anche chi festeggia: sono i marchi – pochi, per la verità – che quest’anno hanno sperimentato lo sconto selvaggio, mettendo fuori la merce ad un costo ridotto anche più della metà rispetto al prezzo di cartellino, mentre tutti gli altri esercenti sono rimasti allineati ad un 20-30% di sconto tipico dei primi giorni: «Scontando fin da subito al 70% abbiamo triplicato gli incassi dell’anno scorso – spiegano in un negozio di abbigliamento di via Mazzini – siamo gli unici di tutto il corso ad applicare una percentuale così alta già ora ma è stata una politica decisa dall’azienda perché è questa la prima cosa che attira l’attenzione del cliente».

«La gente che entra si aspetta di trovare già capi scontati al 50% anche se siamo solo ai primi giorni e abbiamo davanti due mesi di offerte – confermano infatti in un altro negozio – non importa il prezzo finale: non si compra il capo che costa effettivamente meno, ma quello scontato ad una percentuale più alta».

di Camilla Pisani

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