Venezia: gli studenti spendono 12 milioni all'anno in città

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«Venezia è bella, ma non ci vivrei». Questo è lo slogan che spesso si sente ripetere sulla città lagunare, bella sì, ma con numerose difficoltà logistiche che spaventano un possibile futuro residente a stanziarsi definitivamente. Eppure la comunità universitaria spende in città circa 12 milioni all’anno. A venire in soccorso contro lo spopolamento del centro storico viene in aiuto Ca’ Foscari, vero e proprio polo d’attrazione con i suoi 20mila studenti e 2.500 dipendenti. Oltre ad essere un importante centro di ricerca e di cultura, l’ateneo rappresenta indirettamente una voce economica fondamentale per i commercianti del centro storico veneziano.
Ma quanto contribuisce effettivamente la comunità accademica all’economia veneziana? A fornire dei numeri precisi è uno studio realizzato dagli economisti Marcella Lucchetta e Giacomo Pasini dal titolo «L’impatto dei cafoscarini su Venezia», presentato nell’ambito del Bilancio di sostenibilità 2014 dell’ateneo. I risultati di questo studio vengono confermati dalle parole del Rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi: «L’indagine condotta dai nostri economisti conferma che l’università rappresenta per Venezia una leva importante per lo sviluppo della residenzialità in città. Ca’ Foscari porta a Venezia nuovi residenti parte dei quali si ferma in maniera stanziale. Un flusso di persone a cui la città è chiamata a offrire sempre nuove opportunità e servizi per lavorare e vivere nel centro storico, mettendo in moto virtuose sinergie tra istituzioni e associazioni di categoria».

Una fotografia nitida dei cafoscarini

Un milione di euro al mese. È questa la cifra che spende a Venezia la comunità di studenti, ricercatori, docenti e dipendenti dell’Università sulla base dei tremila questionari proposti. Elaborando i numeri, i ricercatori hanno trovato conferma al fatto che i cafoscarini che abitano a Venezia (il 26% degli intervistati) hanno un impatto maggiore sull’economia cittadina rispetto ai pendolari, poco inclini ad acquisti in città. Inoltre, tra chi abita a Venezia, l’83% si è trasferito in città e solo il restante 17% è veneziano da sempre, dimostrando quanto l’ateneo attragga residenti nel centro storico.
Tra studenti, dottorandi, assegnisti di ricerca e dipendenti circa uno su quattro vive a Venezia. La percentuale si alza per i docenti: più del 40% abita in città. Studenti di dottorato e ricercatori assegnisti, anche se pendolari, mostrano spese individuali più importanti delle altre categorie. Affitti in città: uno studente spende in media 350/400 euro al mese, un dipendente 800. In generale le spese di consumo maggiori spese riguardano il cibo, mentre solo l’8,66% degli intervistati dichiara di utilizzare regolarmente trasporti come il vaporetto. La spesa culturale più importante è quella in libri, perlopiù di studio o lavoro. Sorprende invece la scarsa spesa per mostre e musei, come la quasi nulla spesa in tecnologia. Quest’ultima, spiegano gli autori dello studio, potrebbe transitare tutta online, sfuggendo così all’indagine, dedicata agli acquisti fatti direttamente in città.

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