Baban a capo dei piccoli di Confindustria

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Alberto Baban è stato confermato oggi per il secondo mandato alla presidenza del Consiglio centrale di Piccola industria di Confindustria. L’imprenditore veneziano classe 1966 resta in carica per il biennio 2015-2017, mantenendo di diritto anche la carica di vicepresidente di Confindustria. Lo ha deciso oggi il Consiglio centrale di Piccola industria che si è riunito a Roma.

Nominati nove vicepresidenti

Eletta oggi anche la nuova squadra dei 9 vicepresidenti composta da Rosario Amarù, vicepresidente per cultura d’impresa e legalità, Alvise Biffi, vicepresidente per Re-startup, Massimo Cavazza, vicepresidente per cooperazione e integrazione tra territori, Diego Mingarelli, vicepresidente per internazionalizzazione e rapporti Ue, Giuseppe Ponzi, vicepresidente per finanza strategica, Giorgio Possio, vicepresidente per innovazione organizzativa e gestionale, Bruno Scuotto, vicepresidente per education e formazione, Gianluigi Viscardi, vicepresidente per l’innovazione e Stefano Zapponini, vicepresidente per cultura d’impresa e rapporti Ue.

Il presidente Baban ha, inoltre, affidato alcune deleghe a componenti del Consiglio Centrale. A Paolo Bastianello
l’internazionalizzazione, a Maria Cristina Bertellini il welfare aziendale, ad Aldo Ferrara i rapporti con gli Ordini professionali e Federconfidi e il coordinamento del nuovo comitato scientifico consultivo di Piccola industria. A Salvatore Giordano è stata affidata la delega per l’attuazione del nuovo regolamento PI sui territori e a Vito Ruggieri Fazzi il turismo e i ceni culturali. Simonetta Monica Talmelli è infine la delegata ai rapporti sindacali. La rivista di PI L’imprenditore continuerà ad essere diretta da Carlo Robiglio.

«Siamo cresciuti insieme in questi primi due anni di mandato – ha detto Baban – e abbiamo ancora molta strada da fare insieme. Tutte le economie sono in forte e radicale trasformazione: l’obiettivo che ci siamo posti è quello di contribuire alla modernizzazione del nostro sistema paese anche attraverso una crescita culturale delle nostre PMI. Formazione e attenzione alla valorizzazione del capitale umano sono le leve per fare della “fabbrica” Italia un leader
europeo».

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