Distretti: quello del vino veronese è il migliore d'Italia

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Vino veronese al primo posto, Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene al terzo: la graduatoria dei distretti stilata da Intesa Sanpaolo premia il comparto enologico veneto, che occupa buona parte del podio, condiviso con il distretto della calzatura di San Mauro Pascoli.

Il Rapporto di Intesa Sanpaolo analizza i bilanci aziendali degli ultimi cinque anni (2008-12) di quasi 13.000 imprese appartenenti a 144 distretti industriali e di oltre 37.000 imprese non-distrettuali attive negli stessi settori di specializzazione. Il Rapporto presenta le stime sui risultati di bilancio delle imprese nel 2013 e le previsioni per il biennio 2014-15. L’analisi si sofferma, infine, sui fattori che potrebbero consentire un recupero di redditività per le imprese dei distretti e sulle maggiori criticità da superare in questa difficile fase congiunturale.

Nel 2012, per il terzo anno consecutivo, la crescita del fatturato e la dinamica dei profitti delle imprese dei distretti sono state migliori rispetto a quelle delle imprese non distrettuali, smentendo la tesi della crisi strutturale del modello distrettuale. Le stime per il 2013, pur in un quadro decisamente negativo, vedono i distretti ottenere ancora una volta risultati migliori. Lo scorso anno dovrebbe essersi chiuso con una contrazione del fatturato dell’1,3%; nelle aree non distrettuali la riduzione dovrebbe essere stata più intensa (-2,3%).

I migliori distretti italiani nel rapporto Intesa Sanpaolo

I migliori distretti italiani nel rapporto Intesa Sanpaolo

Complessivamente, tra il 2008 e il 2013, si sono registrati 4,2 punti percentuali di crescita del fatturato in più per le imprese dei distretti. Alcune realtà distrettuali hanno raggiunto risultati particolarmente buoni nel periodo analizzato. Ordinando le aree per performance di crescita e reddituale, è possibile ricavare una classifica degli 11 distretti migliori. Sei di questi sono specializzati nella filiera alimentare, meno penalizzata dalla congiuntura negativa: i vini del veronese, il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, i dolci di Alba e Cuneo, il caffè e pasta napoletana, i vini del Chianti e i salumi di Parma. Oltre ai distretti alimentari ci sono poi tre aree specializzate nel sistema moda e, in particolare, nella filiera della pelle: le calzature di San Mauro Pascoli, la pelletteria e le calzature di Arezzo e le calzature napoletane. Tra i primi undici distretti ve ne è poi uno appartenente al sistema casa (il marmo di Carrara) e uno della meccanica (le macchine per l’imballaggio di Bologna).

Rimangono, tuttavia, molte criticità: la prolungata crisi della domanda interna e le crescenti pressioni competitive internazionali hanno portato ad una significativa erosione della redditività, scesa su livelli solo di poco superiori a quelli della grande crisi del 2009 (margini operativi netti al 3,9%). In questo contesto preoccupa l’elevata e crescente fragilità che emerge per molte imprese, in particolare per quelle di minori dimensioni, che faticano a mantenere in equilibrio la gestione finanziaria: un quarto delle imprese non è in grado di onorare i propri debiti di breve termine attraverso l’utilizzo delle attività correnti. Persino nella filiera agro-alimentare e nei poli tecnologici, che evidenziano anche nel 2012 risultati migliori rispetto al totale dei distretti, le imprese più piccole sono maggiormente in difficoltà.

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