Regione: parere negativo a ricerca idrocarburi in Polesine

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La giunta regionale del Veneto ha negato il permesso di ricerca idrocarburi in Polesine, richiesto dalla società Northsun Italia S.p.A. di Roma. Lo rende noto l’assessore regionale alla difesa del suolo Maurizio Conte che ha proposto il provvedimento, adottato con il concerto dell’assessore allo sviluppo economico Isi Coppola, con il quale viene accolto integralmente il giudizio non favorevole di compatibilità ambientale al rilascio del permesso, espresso dalla Commissione regionale VIA.

L’iter della richiesta: a luglio il primo parere negativo in Commissione VIA

La richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale per il progetto di ricerca idrocarburi, denominato “La Risorta”, nel territorio dei Comuni di Adria, Gavello, Taglio di Po, Villanova Marchesana, Corbola, Papozze ed Adriano Polesine della Provincia di Rovigo e di Comuni in Provincia di Ferrara, era stata presentata dalla ditta romana nel dicembre dello scorso anno. Conclusa l’istruttoria tecnica, la Commissione regionale VIA aveva espresso a luglio parere interlocutorio non favorevole. Successivamente la società Northsun Italia aveva trasmesso le proprie osservazioni in merito ai motivi ostativi. A novembre la Commissione regionale VIA è tornata a riunirsi ma ha confermato con parere definitivo il giudizio non favorevole di compatibilità ambientale sul progetto, che la giunta regionale ha fatto proprio.

Coppola: accolte e sostenute le richieste del territorio

“Da subito mi ero attivata – commenta l’assessore Coppola – perché fossero accolte e sostenute le istanze del territorio, contrarie ad ogni ipotesi di ricerca ed estrazione di idrocarburi per l’impatto che possono avere su un’area così delicata come il Polesine. I comuni e lo stesso ente Parco Delta del Po hanno approvato uno specifico ordine del giorno contro questa eventualità. Che avessimo ragione è stato confermato da ultimo anche in sede tecnica, con un parere ampiamente motivato a tutela di questo territorio”.

Conte: non consone nuove azioni di ricerca mineraria

Il parere della commissione – sottolinea da parte sua Conte – si conclude infatti con l’affermazione che, stanti le connotazioni geologiche, idrogeologiche, idrauliche e ambientali espresse dal contesto non appaiono consone nuove azioni di ricerca mineraria da esplicarsi su ambiti già soggetti a subsidenza a seguito di precedenti estrazioni minerarie Inoltre, viene precisato che nell’ambito indicato non è ammessa dalla normativa veneta (L.R. 36/97) la realizzazione di pozzi per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo. Questo rende “improcedibile e inapprovabile nel concreto e di diritto sia l’istanza avanzata per l’ottenimento del permesso minerario di ricerca di idrocarburi nel sottosuolo (gas naturale), che l’eventuale conseguente concessione mineraria per l’estrazione di idrocarburi nel sottosuolo, che costituisce fine della ricerca”.

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