Imprese, nel 2021 calano le richieste di credito, in Veneto meno che in Italia

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Dopo una lunga fase caratterizzata dall’emergenza sanitaria, che aveva indotto le imprese a rivolgersi con insistenza agli istituti di credito per far fronte al calo dei flussi di cassa, il progressivo consolidamento della ripresa economica ha alleggerito le tensioni sul fronte della liquidità tanto che nel secondo trimestre del 2021 a livello nazionale le richieste di credito hanno registrato una contrazione del -38,5% rispetto al corrispondente periodo 2020 riallineandosi ai livelli del 2019. Molto minore la flessione in Veneto, dove però l’importo medio richiesto del credito risulta inferiore al dato nazionale.

Dall’analisi delle istruttorie di finanziamento contribuite in EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF, il trend in atto riguarda sia le società di capitali (-29,8%), sia le imprese individuali (-50,2%).

Al contempo emerge un forte incremento dell’importo medio richiesto (addirittura +91,3%), che nel secondo trimestre dell’anno si è attestato a 98.689 Euro. Per quanto riguarda le Imprese individuali l’importo medio è risultato pari a 35.894 Euro (+69% contro i 131.941 Euro delle Società di Capitali (+77,7%).

La situazione in Veneto

In Veneto la flessione delle richieste è stata decisamente più contenuta rispetto al dato nazionale, avendo fatto segnare un -11,3% Con 95.356 Euro, anche l’importo medio richiesto in Regione risulta inferiore rispetto al valore nazionale malgrado un balzo del +42,2%.

A livello di singole province, il Veneto presenta un andamento non del tutto omogeneo, con una flessione delle richieste più accentuata a Vicenza e Venezia, che hanno fatto segnare rispettivamente un -16,7% e un -16,2%, seguite da Treviso, con un -13,5%. A Verona e Rovigo, invece, la contrazione è di poco superiore al 2% rispetto alla corrispondente rilevazione.

Per quanto riguarda l’importo mediamente richiesto, invece, il valore più consistente è quello registrato a Treviso, con 101.703 Euro, Venezia, con 99.562 Euro, e Verona, con 99.482 Euro. In controtendenza Belluno, con il valore medio che si ferma al di sotto dei 40.000 Euro a fronte di un calo del -9,4%.

Capecchi (CRIF): «Calo delle richieste segno di ripresa economica»

«Già alla fine del 2019 quasi la metà delle imprese italiane presentava situazioni di liquidità delicate e senza particolari margini di manovra per cui uno shock tanto imprevisto quanto violento come quello causato dalla pandemia da Covid-19 aveva determinato un deciso incremento delle richieste di credito da parte delle imprese per far fronte alle esigenze finanziarie di breve termine», commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF. «Così, per quattro trimestri consecutivi, i volumi di richieste di credito sono stati decisamente sostenuti. Solo a partire dal secondo trimestre del 2021 si registra un’inversione di tendenza, grazie alle prospettive di ripresa economica. Al contempo è aumentato in modo significativo l’importo medio dei finanziamenti, a conferma di una crescente propensione delle imprese a frazionare meno le richieste, rivolgendosi primariamente agli istituti di riferimento con i quali intrattengono rapporti abituali.

«Il progressivo miglioramento dello scenario economico e le misure straordinarie varate dalle istituzioni hanno contribuito in modo decisivo a contenere la rischiosità del comparto», aggiunge Capecchi. «In particolare, un ruolo fondamentale è stato giocato dalla moratoria che ha consentito alle imprese in difficoltà di congelare il rimborso dei finanziamenti in essere. Relativamente al comparto business, la dinamica registrata da CRIF mette in evidenza come il 17,5% dei contratti di finanziamento alle aziende abbia beneficiato della sospensione delle rate ma ad oggi rimangono in essere solo circa il 50% del totale dei provvedimenti attivati per le imprese».

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