Alberghi, arriva la deroga alle norme edilizie per le nuove aree Spa e sportive

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Più libertà d’azione per gli alberghi che rinnovano le strutture creando aree Spa, per il benessere, per il fitness o per il ricovero di attrezzature per lo sport. A varare la deroga è la giunta regionale del Veneto su proposta dell’assessore al turismo Federico Caner. La delibera approvata autorizza delle deroghe ai parametri fissati per alcune tipologie di locali da adibire a servizi accessori all’interno di strutture alberghiere esistenti, escludendo quindi gli alberghi di nuova costruzione. Per quanto riguarda le altezze, ad esempio, i locali Spa o simili, ricavati da strutture preesistenti, potranno avere soffitti più bassi: al posto del 2,7 metri fissati dalla norma, l’altezza minima potrà essere di 2,2 metri per le aree benessere e di 2,4 metri per le aree fitness.

Una deroga che per Caner «assicura il rispetto delle fondamentali esigenze igienico sanitarie degli ambienti e nel contempo favorisce il recupero di spazi esistenti da parte delle aziende, garantendo ai nostri operatori turistici le medesime opportunità di cui beneficiano i territori appartenenti a Regioni a statuto speciale». Per reggere le loro concorrenza, si punta ad agevolare le nuove funzioni al passo coi tempi.

«L’obiettivo è quello di aumentare la qualità dell’offerta turistica veneta e accrescerne la competitività – afferma l’assessore – e per farlo è imprescindibile che gli alberghi si dotino di nuovi e più funzionali servizi: dalle aree per wellness e fitness, ai locali per il ricovero e la custodia di attrezzature sportive, ai depositi di materiali che garantiscano una più efficiente organizzazione. In diversi casi, soprattutto nelle strutture meno recenti, questi spazi possono idoneamente essere utilizzati per tali scopi grazie a soluzioni alternative e compensative, consentite dall’innovazione tecnologica nei settori illuminotecnico e dell’areazione, tali da garantire la funzionalità, l’igienicità e la sicurezza di ambienti dove non è richiesta la presenza continuativa di lavoratori addetti».

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