Stiga, bocciato referendum bis su deroga al dl Dignità

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Niente bis. I dipendenti trevigiani della Stiga, multinazionale svedese specializzata in spalaneve e trattorini rasaerba con filiale a Castelfranco Veneto (Treviso), non potranno ripetere il referendum sulla deroga al tetto di 24 mesi sui contratti a tempo determinato previsto dal decreto Dignità, che avrebbe consentito la riassunzione di 150 lavoratori stagionali da novembre ad aprile.

La richiesta era arrivata in seguito alla bocciatura del primo referendum e alla conseguente raccolta firme di alcuni dipendenti, preoccupati dal rischio che il blocco delle assunzioni possa provocare il trasferimento di una parte della produzione negli stabilimenti esteri di Stiga. L’opposizione invece è arrivata dalla Fiom, secondo cui «la flessibilità spinta sta raggiungendo livelli non più sopportabili».

La Fiom: «Si riporti in fabbrica l’articolo 18»

Per la Fiom la ripetizione sarebbe possibile solo «se alla base di un nuovo referendum ci fosse un accordo diverso dal precedente e che tale prospettiva prendesse in considerazione. Come consentito dalle leggi del 2011, firmate dall’allora ministro Sacconi, si riporti in fabbrica l’articolo 18 sul licenziamento».

La Stiga impiega circa 700 dipendenti che in inverno salgono fino a 900, grazie alla periodica riassunzione di 150 addetti motivata dalla natura stagionale dell’attività. In passato, quando il tetto dei contratti a tempo determinato era fissato a 36 mesi, la deroga era sempre stata approvata. A inizio novembre invece il referendum ha ricevuto solo 130 voti favorevoli su circa 610.

Alessandro Macciò

Foto: via Facebook

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