Meccanica di precisione, 40 anni di Codogno fra storia e investimenti

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«Le due cose più importanti non compaiono nel bilancio di un’impresa: la sua reputazione ed i suoi uomini». A dirlo era Henry Ford, e di imprenditoria, possiamo dirlo, qualcosa ne capiva. Ma per i quarant’anni della Codogno Maurizio srl, azienda di riferimento a livello nazionale per la meccanica di precisione, reputazione e uomini c’erano, e si sentivano. L’azienda con sede ad Anguillara, sulle rive dell’Adige, ha festeggiato così il compleanno mettendo insieme storia e persone a villa Widmann-Borletti, sabato 20 ottobre, nel cuore di Bagnoli di Sopra. Là c’erano gli oltre cinquanta dipendenti, con le loro famiglie. Là c’era il sindaco di Anguillara, Luigi Polo: nel suo discorso le parole più ricorrenti sono state «esempio» e «territorio». Là c’erano i tre fratelli che da 40 anni portano avanti l’azienda: Maurizio, il più giovane, il fondatore, e Flavio e Modesto, che l’hanno subito seguito.

Flavio, Maurizio e Modesto

Perché la «3C», come possiamo chiamarla mettendo insieme cognome e fratelli, è prima di tutto una storia di uomini. Pronti ad abbandonare il loro lavoro (Maurizio era capo reparto in un’azienda meccanica di Padova, Modesto alle Ferrovie statali, Flavio alle Officine Stanga) per prendere una decisione che ha riscritto la loro vita, non solo lavorativa. Nelle 3 c intrecciate che formano il logo dell’azienda graficamente si formano altre piccole c: segno «plastico» della continuità della realtà della bassa padovana. Lo stesso segno che si è visto il 20 ottobre nel passaggio simbolico dalle parole (commosse) di Maurizio, il fondatore, a quelle della figlia Nika, attuale amministratrice delegata. Nuove generazioni pronte a supportare chi c’è da quel 1978. Ma come sempre sono i numeri a scattare l’istantanea di un’azienda. Sei milioni di fatturato, grandi commesse in Italia ma anche all’estero, con mercati di riferimento Polonia e Germania, oltre ad esportazioni in Olanda e Francia (qui in un video tutti i dati). Terre dove i «40 anni per la precisione» (come ricordava lo slogan della ricorrenza) sono ben apprezzati. Solo nel 2017 sono stati lavorati nei due stabilimenti gemelli di Anguillara (6mila metri quadrati fra scoperti e coperti) 735.910 pezzi. Ma c’è un numero che è più significativo di altri: quei due milioni di euro investiti nel 2017. Perché l’impresa che non migliora, peggiora. Ed ecco quindi nuovi macchinari all’avanguardia, altri dipendenti, una formazione continua per continuare a crescere.

La crescita, gli anni della «resilienza» e la riaccelerazione

L’Ad Nika Codogno

Una storia di uomini, dicevamo. E con loro anche il racconto della loro tenacia e capacità di resistenza. Momenti difficili ce ne sono stati: all’inizio, come spesso accade quando ci si mette in gioco, fino alla svolta tecnologica, con l’inserimento delle macchine a controllo numerico, negli anni Ottanta. Aumentano le commesse, l’azienda si lancia: nel 2002 arriva il nuovo stabilimento, nel 2008 si raddoppia la superficie. Ma arriva la crisi, che colpisce secca, da togliere il fiato, azzerando di fatto gli ordini. La famiglia, però, rimane compatta: subentra la forza di quella «civiltà contadina», così come la ricorda il video che ripercorre la storia aziendale. Un raccolto perduto, si dice dalle parti dei Codogno, sarà un raccolto migliore l’anno successivo. Con un po’ d’astuzia, un colpo d’intuito di Maurizio: gli operai si trasformano in apprendisti, in modo da vedere garantita la squadra. Dal 2008 al 2011: gli anni della «resilienza». Poi si riparte: già nel 2013 viene acquisita la Retter, specializzata nelle rettifiche di precisione. E quindi ancora ad accelerare, per arrivare al 2018, ai primi quarant’anni. Maturi, ma ancora giovani. Con le radici ben ancorate in una tradizione familiare, in quella reputazione di cui parlavamo all’inizio, ma con lo sguardo ben rivolto al futuro, con l’obiettivo di anticiparlo. Macchine sempre più perfette, ma la persona al centro: perché l’innovazione cammina sempre e solo sulle gambe degli uomini.

 

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