Nubifragi in Valpolicella, «danni ingenti». E ora la vendemmia è a rischio

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Fino a 170 millimetri di pioggia caduti in due ore, quasi 300 richieste di intervento, 164 volontari della Protezione civile al lavoro. Sono i numeri di un fine settimana di intensi nubifragi che hanno colpito il Veronese, dal capoluogo alla Valpolicella, dove forti danni hanno subito le vigne. Proprio nel periodo più delicato dell’anno, quello della vendemmia. Ma danni hanno subito anche abitazioni, impianti, opere pubbliche e siti produttivi. Tanto da spingere il presidente della Regione Luca Zaia a firmare lo stato di crisi domenica 2 settembre. «Ovviamente, e come sempre, il decreto sullo stato di crisi resterà “aperto” – afferma Zaia – per consentire ai sindaci di completare il censimento dei danni a opere pubbliche, infrastrutture, privati e imprese».

Nubifragio a Verona, i 10 comuni colpiti

A partire dal pomeriggio di sabato 1 settembre prima la città scaligera e poi i comuni del circondario sono stati colpiti da “bombe d’acqua” che hanno ingrossato pericolosamente i corsi d’acqua. I comuni più colpiti sono: Verona, San Pietro in Cariano, Negrar, Colognola ai Colli, San Martino Buon Albergo, Zevio, Belfiore, Soave, Monteforte d’Alpone e Cazzano di Tramigna.

Il nubifragio, sottolinea Zaia, «ha martoriato un distretto produttivo strategico per l’economia del Veneto, proprio nel momento clou della raccolta dell’uva e della successiva vinificazione». Per questo ha dato mandato al direttore dell’agenzia regionale per l’agricoltura Avepa, Fabrizio Stella, «di far uscire subito sul territorio i funzionari dell’Agenzia per i pagamenti nel settore primario per fornire assistenza a tutte le imprese agricole vittime del maltempo di queste ore».

«Il Veneto è il primo produttore nazionale di vini con quasi 11 milioni di ettolitri – ricorda Zaia – conta 52 denominazioni d’origine e il prestigio della denominazione coinvolta nella zona del Valpolicella e di Soave è unico nel mondo».

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