Prodotti tipici, in Veneto le eccellenze del cibo arrivano dai piccoli comuni

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Il Veneto è la seconda regione in Italia per numero di prodotti tipici, seconda solo all’Emilia Romagna. Un tesoro fatto di 36 tipicità, fra Dop e Igp, di cui 35 nascono e vengono prodotte nei piccoli e piccolissimi comuni, quelli cioè fino a 5 mila abitanti, o nati dalla fusione di più centri ognuno dei quali conti al massimo quella popolazione. Sono i borghi veneti a serbare tutte le produzioni enogastronomiche tradizionali tutelate. Eccetto una, la Cozza di Scardovari, originaria di un capoluogo di provincia: Rovigo.

La mappa delle tipicità venete e italiane è contenuta nel dossier “Piccoli comuni e tipicità”, realizzato dalla Fondazione Symbola con il sostegno di Coldiretti. Un viaggio che è anche una mappatura dei borghi d’Italia: lì trova casa il 92% delle tipicità italiane (270 su 293). In Veneto i piccoli comuni sono 303, rappresentano il 52,7% della totalità dei comuni, e ospitano oltre 70 mila imprese, il 16,2% del totale. Cinque tipicità venete nascono esclusivamente in località con meno di 5 mila abitanti: sono l’asparago bianco Igp di Cimadolmo (Treviso), l’Asparago Igp di Badoere (Treviso), il Fagiolo Igp di Lamon (Belluno), l’Insalata Ipg di Lusia (Rovigo) e il Marrone Igp di Combai (Treviso).

Il Veneto, annota l’analisi di Symbola e Coldiretti, è l’unica regione del Nord in cui prevalgono, fra i prodotti Igp e Dop dei piccoli comuni, quelli ortofrutticoli e i cereali: sono 17 su 35 tipicità analizzate. Fra i Dop, si va dall’Aglio Bianco Polesano al formaggio Asiago, dall’Asparago Bianco di Bassano alla Casatella Trevigiana. Fra gli Igp si parta dall’Asparago Bianco di Cimadolmo, si passa per la Ciliegia di Marostica, si arriva alle varietà di radicchio (di Chioggia, di Verona, rosso di Yreviso, variegato di Castelfranco) e si approda allo Zampone Modena. Che c’entra la località emiliana? La sua zona di produzione è a scavalco del confine regionale, ed entra parzialmente in Veneto.  Anche in Veneto, insomma, piccolo è bello. Ma soprattutto buono.

Foto: via www.radicchioditreviso.it

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