Lupi, il Veneto sperimenta il radiocollare

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Il Veneto sperimenta il radiocollare per controllare i lupi sui monti tra Lessinia, Monte Carega a Altopiano di Asiago. Un’esperienza pilota in Europa, pensata per controllare il carnivoro che è tornato a popolare Alpi e Prealpi entrando spesso in conflitto con i pascoli e gli allevamenti della zona: sono 191 i capi uccisi dal lupo dal 1 gennaio a fine luglio 2018, quasi tutti ovini, eccetto 35 bovini e 12 asini, nel corso di 75 predazioni. Ammontano a 16.800 euro gli indennizzi disposti dalla Regione in risposta alle istanze ricevute fino al bimestre maggio-giugno. Per la realizzazione del progetto si preventiva una spesa di circa 150 mila euro nell’arco del biennio.

La proposta del radiocollare è frutto del tavolo regionale per la gestione del lupo e dei grandi carnivori, convocato a Venezia il 25 luglio, nell’ambito del quale l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan ha svelato la novità. Saranno catturati fino a dieci esemplari, tra la metà dell’estate e la fine dell’inverno, cui sarà montato un radiocollare permanente Gps-Vhf con sgancio da remoto che ne consentirà la geolocalizzazione. La misura ha avuto l’approvazione preliminare dal Ministero dell’Ambiente e dall’Ispra, nell’ottica di una gestione ‘proattiva’ dell’animale carnivoro.

Una app avviserà gli allevatori

«Si tratta della prima esperienza in Europa dell’utilizzo della telemetria per la mitigazione del conflitto tra uomo e lupo», spiega l’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan. «I sistemi di cattura e di immobilizzazione farmacologica sono già stati sperimentati con successo in Toscana e nel parco della Maiella. Ora, grazie al supporto scientifico del dipartimento di medicina veterinaria dell’Università di Sassari e alla collaborazione tra polizia provinciale, personale della Regione, personale del Parco, agenti dei Carabinieri Forestale, sarà possibile gestire un progetto di stretto monitoraggio degli spostamenti, di conoscenza dettagliata della consistenza e delle attività dei branchi, ma soprattutto di allerta agli allevatori: quando il lupo si avvicinerà alle aree di allevamento e di pascolo scatteranno ‘barriere virtuali’ e segnali di allerta in modo da avvisare l’allevatore e da scoraggiare il predatore con luci stroboscopiche e avvisi acustici».

Quanti sono i lupi in Veneto

I dati più aggiornati del monitoraggio con campioni genetici effettuato nella stagione invernale 2017/2018 nell’ambito del progetto Wolfalps documentano la presenza in Veneto di 6 branchi, per un totale di almeno 43 lupi, di cui 42 associati ai branchi e 1 vagante, campionato in Cansiglio al confine con il Friuli Venezia Giulia. La dimensione media dei 6 branchi monitorati è di 7 lupi, segno di una buona capacità riproduttiva della specie. La popolazione del lupo sulle Alpi Orientali, dal 2014 ad oggi, risulta in espansione sia a livello demografico sia spaziale: infatti, dalla presenza documentata di un branco in Veneto nel 2014/2015 per un totale di almeno 11 lupi stimati sul territorio regionale, si è passati ad un branco e una coppia nel 2015/2016 per un totale di almeno 14 lupi stimati, a 6 branchi nel 2017/2018 per un totale di almeno 43 lupi stimati in Veneto. Nel 2017/2018, 4 dei 6 branchi monitorati sono distribuiti lungo il confine regionale con la provincia di Trento.

Nell’arco alpino, versante italiano, la presenza del lupo è molto più consistente nel settore Nord-Occidentale, dove è stata censita la presenza di 46 branchi più 5 coppie, per un totale di 51 unità riproduttive e una stima di almeno 287 esemplari. La regione più interessata è il Piemonte, dove si concentra il 95 per cento dei lupi delle Alpi occidentali italiane: in provincia di Cuneo i branchi monitorati sono 19, in quella di Torino 13.

Foto: by Michael LaRosa on Unsplash

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