Pasta Zara in pegno a Bank of China: Cgil Treviso chiede chiarezza

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Secondo un’inchiesta del settimanale L’Economia del Corriere della Sera, dietro la crisi di Pasta Zara, colosso trevigiano della pasta fortemente indebitato, ci sarebbe una via che porta a Pechino. Infatti secondo quanto ricostruito dal quotidiano milanese la quota di controllo della holding Ffauf – che, di proprietà della famiglia Bragagnolo, detiene il 75% dell’impresa – è in pegno alla Bank of China, controllata dallo stato cinese. La holding avrebbe infatti contratto un debito di 63 milioni di euro, scrive L’Economia, con la banca di Pechino, alla quale avrebbe dato in garanzia la quota di controllo del pastificio con sede a Riese Pio X.

L’appello di Vendrame a Pasta Zara

La Cgil di Treviso con il suo segretario Giacomo Vendrame chiede trasparenza. «Le discutibili operazioni finanziarie operate negli ultimi tempi hanno drenato dall’azienda risorse necessarie all’attività – dichiara Vendrame – investimenti sbagliati che mettono oggi a repentaglio una realtà produttiva storica e ben posizionata sul mercato, tant’è il risultato economico positivo con il quale ha chiuso il 2017. Troppi i nodi legati al credito e gli intrecci tra società di controllo e finanziarie. Un groviglio – ribadisce Giacomo Vendrame – che non fa pensare a nulla di buono, anzi. Serve dunque fare chiarezza e rendere trasparenti le operazioni antecedenti, quelle che vedono Bank of China detentrice in pegno della quota di controllo del gruppo, e sul ruolo delle società pubbliche dentro la struttura della proprietà, un quarto del totale».

Istanza di concordato, si aspettano novità

Il segretario della Cgil di Treviso chiede «chiarezza e trasparenza anche nel piano industriale che il nuovo vertice aziendale si appresta a varare, al fine di garantire, nel rispetto dei lavoratori, i protagonisti del successo del marchio, i livelli occupazionali e l’indotto sul territorio. Un appello – conlcude Vendrame – che rivolgiamo anche alle Istituzioni coinvolte».

Nell’azienda la situazione è delicata: sono a rischio 500 posti di lavoro, mentre il presidente di Pasta Zara Furio Bragagnolo ha presentato istanza di concordato preventivo al Tribunale fallimentare di Treviso. L’impresa non è riuscita a onorare un’obbligazione da 5 milioni di euro, di qui il precipitare della situazione.

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