Caos governo, le imprese venete difendono Mattarella e l'euro

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Se non è un coro, poco ci manca. Le imprese venete difendono Sergio Mattarella e tirano un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo dell’uscita dall’euro, ma non nascondono i timori per la crisi istituzionale e la situazione di stallo politico. Bruno Zago, ad del gruppo Pro-Gest di Istrana (Treviso), commenta così quanto accaduto nella trattativa per la formazione del governo Lega-5Stelle: «Il Capo dello Stato ha preso una posizione netta rispettando le prerogative che gli affida la Costituzione. Ritengo sia venuto incontro alle richieste dei due partiti della coalizione di maggioranza – un’unione che mi è sempre parsa un po’ eccentrica – in tutti i modi possibili». Ciò non toglie che lo stallo sia penalizzante, «perché non abbiamo la possibilità di programmare». Matteo Marzotto si dice «molto preoccupato» dalle oscillazioni della Borsa: «I debiti sono debiti e vanno onorati, per questo capisco i creditori».

Cottarelli profetico: “governo di transizione” disse il 10 marzo

Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto, lancia un appello: «Le imprese e i cittadini hanno bisogno di un esecutivo che sia pienamente operativo, scongiuri l’aumento dell’Iva e tranquillizzi i mercati, hanno bisogno di provvedimenti costruttivi, espansivi e propulsivi in materia di fisco e lavoro». Fabio Franceschi, patron del colosso Grafica Veneta di Trebaseleghe (Padova), si dice «sorpreso da tanta irriverenza nei confronti delle istituzioni» e confida in Carlo Cottarelli: «Ora con un po’ di tranquillità i mercati torneranno stabili».

A proposito di Cottarelli: lo scorso 10 marzo, durante un incontro al Crowne Plaza di Limena (Padova) organizzato da Lions, Rotary e Confindustria Padova, il neopremier aveva usato parole profetiche: «Non credo che si riuscirà a trovare un accordo politico per formare un governo stabile. Penso piuttosto ad un governo di transizione, che avrà il compito di portarci a nuove elezioni». E oggi a guidare quel governo, con il mandato-lampo conferitogli dal presidente Mattarella il 28 maggio dopo la rinuncia di Giuseppe Conte, c’è proprio lui, Mister Spending Review.

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