Le aziende venete «Top Lean» sono il 14% e corrono di più

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Se fatto male, serve a poco. Se fatto bene, fa la differenza. La sentenza riguarda l’efficacia del lean management nel sistema industriale del Veneto e scaturisce dall’Osservatorio Lean della Cuoa Business School di Altavilla Vicentina, avviato con il dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Padova. L’indagine ha coinvolto 151 aziende manifatturiere venete, dalle più grandi alle Pmi, con spiccata propensione all’export e performance economico-finanziarie in linea con quelle dell’intero comparto veneto; il 57% del campione applica le metodologie lean, e il 70% di queste lo fa da non più di dieci anni. A livello globale, la differenza tra chi fa lean e chi non lo fa è marginale: 4% contro 3% per tasso annuo medio di crescita, 11% contro 10% per tasso di redditività e 61% contro 60% per tasso di indebitamento.

Formazione e coinvolgimento

Le cose cambiano, però, se si considerano solo le 24 aziende top, quelle cioè che hanno una crescita annua superiore al 7%, un Editba superiore al 10% e un tasso di indebitamento inferiore all’80%: si scopre infatti che 21 di queste (cioè il 14%) applicano il lean. Non solo: dall’indagine emerge anche che le aziende «Top Lean» investono di più in formazione, che il loro personale è più coinvolto nei processi produttivi e che i dettami del processo anti-sprechi vengono applicati a 360 gradi, dall’ufficio tecnico al reparto It. «Confrontando le aziende “Top Lean” con le imprese “lean, ma non Top”, emerge che le prime applicano in modo più diffuso il pensiero snello e in più aree aziendali – dice Andrea Furlan, coordinatore dell’Osservatorio – Inoltre le Top Lean hanno assorbito maggiormente la filosofia del pensiero snello, contaminando anche lo stile di management e leadership».

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