Da Casellati all'incontro (mancato) Salvini-Di Maio: Vinitaly, è subito boom

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E’ iniziata ieri, 15 aprile, in Fiera a Verona e prosegue fino a mercoledì 18 aprile la 52esima edizione di Vinitaly, che punta a superare le 128 mila presenze totali del 2017. Di sicuro il numero delle aziende è cresciuto da 4.250 a 4.380, la provenienza degli espositori stranieri è salita da 29 paesi a 36, il nuovo catalogo online propone più di 15.500 etichette e i buyer accreditati per la prima volta sono più di mille. Per l’export italiano, il settore enologico vale 5,9 miliardi di euro ed è legato soprattutto a quattro varietà venete: al primo posto c’è sempre il consorzio Prosecco Doc, che produce 440 milioni di bottiglie all’anno per un fatturato di 1,5 miliardi. Subito dietro, sempre tra i bianchi, c’è il consorzio Conegliano-Valdobbiadene Docg, che produce meno bottiglie (94 milioni) ma ha un valore dei vigneti più alto (300-600 mila euro per ettaro contro 250 mila). Al terzo posto il consorzio Valpolicella Doc, che produce un rosso distribuito in 60 milioni di bottiglie per un fatturato di 600 milioni. Infine il consorzio Asolo Montello Docg, con 10 milioni di bottiglie e 60 milioni di fatturato.

Sfida a distanza Salvini-Di Maio

L’edizione 2018 è stata inaugurata dalla presidente del Senato, la padovana Elisabetta Maria Alberti Casellati, e ha visto anche la sfida a distanza tra i leader dei due partiti che hanno ricevuto il maggior numero di consensi alle ultime elezioni. Matteo Salvini ha assaggiato un calice del vino rosso prodotto da Alessia Berlusconi, nipote dell’ex premier Silvio, e ha annunciato subito che non ci sarebbe stato l’atteso incontro con Luigi Di Maio. Quindi Salvini si è lasciato andare a una metafora enologica sulla partita del governo e ha affermato che a Di Maio offrirebbe «uno sforzato perché si deve sforzare a fare qualcosa di più. Io un bicchiere di vino lo berrei con tutti, sono gli altri che devono decidere che tipo di vino bere». Dal canto suo, Di Maio ha ribadito la linea di M5s: «Noi non siamo fermi, lavoriamo per un contratto di governo sui temi, per capire gli obiettivi comuni tra il programma del M5S e quelli della Lega e del Pd. Chi si ostina a proporre un centrodestra unito propone una strada non percorribile e che può fare anche danno»

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